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Nel calcio si vince non solo con i soldi ma con cuore e passione

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Scegliere di fare il Presidente non è da tutti. Un po’ come fare il portiere, ci vuole coraggio, nervi saldi e la consapevolezza di poter finire alla gogna al primo errore o presunto tale. Ecco, allora, il primo motivo per cui vale la pena applaudire sempre quei presidenti che non solo ci mettono i soldi ma anche il cuore e la passione. Salerno di presidenti col cuore ne ha avuti e non li ha mai dimenticati. Dai compianti Tedesco e Soglia passando per la gestione Aliberti che tra alti e bassi mostrò il lato sensibile al gol di Vannucchi contro il Vicenza in serie A.

Lacrime sincere e non di coccodrillo, lacrime di gioia ma anche di passione perchè Salerno e lo hanno dimostrato i festeggiamenti in occasione dei 98 anni di storia vuoi o non vuoi ti entra nel sangue come una malattia per dirla come gli ultras della Curva. A volte ci sono piccoli gesti che danno l’esatta dimensione del legame di una società con il territorio, con la tifoseria, con la città. A Lotito e Mezzaroma vanno ascritti molti meriti ma su questo ci permettiamo di offrire loro qualche piccolo suggerimento.

Salerno è una piazza atipica, qui si vive di pane e pallone dal lunedì al lunedì ed la Salernitana nella gerarchia degli affetti viene subito dopo la famiglia e il Santo Patrono. Ecco perchè oggi a Salerno non si guarda al mancato traguardo dei play off ma alla proprietà che resta sempre troppo distante. Un atteggiamento che stride con quanto accaduto nella vicina Benevento dove oltre a raggiungere la Serie A possono contare su un presidente facoltoso ma soprattutto innamorato dei colori della squadra di calcio che rappresenta.

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