Industria 4.0: 10 miliardi per le imprese salernitane, accordo con Intesa Sanpaolo

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È stato presentato a Salerno, con la collaborazione di Confindustria Salerno, l’accordo triennale tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese per cogliere le opportunità offerte dalla ‘quarta rivoluzione industriale’. La partnership, che mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro, dei quali 10 miliardi destinati alle imprese di questo territorio, viene presentata dentro i luoghi deputati ad accogliere e far proprie le finalità dell’accordo: l’impresa.

Alla presentazione nella sede della Inci Flex, importante realtà produttiva che ha già adottato soluzioni in ottica Industria 4.0, hanno partecipato Gerardo Gambardella, presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Salerno, Francesco Guido, direttore regionale di Intesa Sanpaolo e direttore generale del Banco di Napoli, Gianluigi Viscardi, vice presidente Confindustria Piccola Industria, Vincenzo Consalvo, amministratore delegato INCI. FLEX, Stefano Riemma, direttore Dipartimento Ingegneria Industriale Università degli Studi Salerno, Gianluigi Venturini, direttore commerciale Imprese di Intesa Sanpaolo

Per l’industria italiana, costituita soprattutto da PMI, lo sviluppo di Industria 4.0 e il relativo Piano del Governo possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono un intervento a tutto tondo, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso. Occorre partire subito perché le tecnologie sottostanti Industry 4.0 necessitano di 10-15 anni per raggiungere la completa maturità nel mercato ed essere pienamente efficienti.

Gerardo Gambardella, presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Salerno: Confindustria Salerno è impegnata a sostenere le aziende nella delicata fase di attuazione delle opportunità offerte dalle direttive di Industria 4.0. Esse segnano un risolutivo cambio di passo rispetto alle precedenti azioni di innovazione industriale, saranno così pervasive da impattare su tutte le funzioni aziendali, modificheranno il modo di pensare e ideare un prodotto, di progettare e far funzionare i processi produttivi e l’intera catena di distribuzione. Per realizzare tutto ciò è necessario il supporto del mondo del credito, di Istituti bancari che credano nell’innovazione e la sostengano. L’accordo con Intesa San Paolo va in questa direzione, oggi le imprese salernitane hanno uno strumento in più a loro disposizione.”

Gianluigi Viscardi, vice presidente Confindustria Piccola Industria: La più grande sfida per ogni impresa è quella di riuscire ad essere competitiva sul mercato, sempre più internazionale e in continua evoluzione. Per vincere questa sfida le nostre pmi devono essere facilmente riconfigurabili, riadattabili e interconnesse, pronte a rispondere alle esigenze globali e alle richieste dei nuovi consumatori. Per fare la differenza occorre quindi puntare con decisione sulla conoscenza sia investendo sul capitale umano sia attraverso la condivisione interna del know how grazie alle nuove tecnologie disponibili. Un altro requisito fondamentale è l’interconnessione, ovvero la capacità di mettere in collegamento le macchine tra loro e l’impresa con l’esterno. L’accordo che abbiamo siglato con Intesa Sanpaolo va proprio in questa direzione: sostenere gli investimenti e la trasformazione delle imprese”.

Francesco Guido, direttore regionale di Intesa Sanpaolo e direttore generale Banco di Napoli: “Seppure in un quadro economico migliorato rispetto al passato dobbiamo registrare come non vi sia ancora un’adeguata ripresa degli investimenti produttivi. È un problema globale, ma che in Italia è particolarmente avvertibile vista la piccola dimensione e conseguente scarsa patrimonializzazione delle nostre PMI. L’accordo che presentiamo oggi vuole aiutare le aziende italiane a migliorare la loro capitalizzazione e a cogliere le grandi opportunità che la digitalizzazione e i nuovi scenari offerti dalla quarta rivoluzione industriale offrono. Azioni che richiedono investimenti sia finanziari che nel capitale umano. Intesa Sanpaolo ha di recente lanciato il Progetto Filiere che va nella direzione di agevolare la richiesta ed il costo del credito per tutte quelle aziende fornitrici di un progetto produttivo.

L’accordo è imperniato su quattro pilastri: Ecosistemi di imprese e integrazione di business; Finanza per la crescita; Capitale umano; Nuova imprenditorialità.

 

  • Ecosistemi di imprese e integrazione di business

Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria intendono mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Per la realizzazione dei progetti di sviluppo delle imprese Intesa Sanpaolo si avvarrà anche del proprio Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo nel campo dell’innovazione. L’iniziativa intende rappresentare anche un momento evolutivo di “AdottUp, il Programma per l’adozione delle startup” e offrire nuove opportunità alle startup in esso sviluppate.

  • Finanza per la crescita

L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato sui fattori qualitativi legati al credito: tra questi la capacità innovativa, la formazione e la strategicità della catena fornitore-champion. Sono inoltre previste adeguate soluzioni finanziarie a medio-lungo termine oltre al migliore utilizzo degli strumenti di supporto, a cominciare dal rinnovato Fondo di Garanzia. Per programmare la crescita, bilanciando i livelli di debito a favore del capitale di rischio, è fondamentale il ricorso all’Equity per il rafforzamento del sistema produttivo. A tal proposito l’accordo intende sviluppare iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese. Infine si prevede l’estensione a comparti strategici per l’economia italiana del Progetto Filiere,l’innovativo modello di credito di Intesa Sanpaolo che ha sinora prodotto 330 contratti con aziende capofila con oltre 15 milafornitori ed un giro d’affari di 55 miliardi.

  • Capitale umano

L’accordo punta anche a favorire l’alternanza scuola-lavorocon l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui lo studente consolidi e arricchisca le conoscenze apprese, sviluppando competenze spendibili nel mondo produttivo o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese, in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.

  • Nuova imprenditorialità

Intesa Sanpaolo mette a disposizione il modello di valutazione delle startup. È un nuovo algoritmo DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle Regole di concessione del credito, a supporto della valutazione creditizia delle Startup e in futura estensione alle PMI innovative. Si tratta del primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito, basato su logiche derivate dalla valutazione degli investitori in Venture Capital, mutuando le competenze costruite negli ultimi anni all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Questo nuovo strumento consente alle imprese e alla banca di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle misure governative e le agevolazioni per la crescita, recentemente estese dal Piano Industria 4.0.

 L’ECONOMIA CAMPANA E DELLA PROVINCIA DI SALERNO

L’economia campana mostra una buona competitività sui mercati esteri. Nel 2016 l’export è cresciuto del 2,9%, mostrando una dinamica migliore rispetto all’Italia (+1,2%). La provincia di Salerno, con valori esportati pari a 2,3 miliardi di euro, rappresenta il 23,5% delle esportazioni della regione. Nel 2016 l’export provinciale è aumentato del 3,8%. Ottime performance sono state ottenute, in particolare, nell’agro-alimentare, nell’elettrotecnica, nell’elettronica e alla ripresa della metallurgia.

Nel corso del 2017, in un contesto di domanda internazionale favorevole, il tessuto produttivo della regione Campania e della provincia di Salerno potrà continuare a crescere sui mercati esteri. Il contributo del canale estero non sarà tuttavia sufficiente per ridare slancio all’economia della regione e della provincia. Sono, infatti, ancora molte le imprese campane e della provincia di Salerno che non esportano o che realizzano gran parte del proprio fatturato sul mercato interno.

E’ pertanto cruciale la spinta del canale interno e, soprattutto, degli investimenti. Più in particolare, sarà importante vincere la sfida del digitale attraverso un’accelerazione degli investimenti, finora frenati dall’incertezza che domina i mercati. L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi, alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne.

Si tratta di una grande opportunità per le imprese di questa regione che mostrano un grado di utilizzo delle tecnologie ICT in netto miglioramento anche se su livelli ancora inferiori alla media italiana:

  • nel 2016 la diffusione della banda larga nelle imprese era pari al 93% in Campania (dal 75% del 2008);
  • la percentuale di imprese con sito web era pari al 60% nel 2016 dal 50% del 2008;
  • la quota di addetti che utilizzano computer connessi a Internet è salito al 27,1% nel 2016 (dal 20,1% del 2008).

La regione, pur mostrando una quota di popolazione con istruzione terziaria bassa (nel 2015 nella fascia d’età 30-34 anni era pari al 18,5% vs il 25,3% della media italiana), presenta una percentuale di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche vicino al dato italiano. La Campania mostra poi un’intensità di ricerca e sviluppo in linea con la media italiana (1,3% del PIL) e una buona propensione a introdurre brevetti ICT. Infine, la regione Campania mostra una buona presenza di start-up innovative, attive nei processi di trasferimento tecnologico: erano 516 a fine maggio 2017, di cui 123 concentrate nella provincia di Salerno.

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