E’ quanto afferma la Presidente dell’Osservatorio, Rosaria Bruno, che aggiunge: “è assurdo pensare che, a prescindere dal consenso della vittima, l’imputato potrà estinguere con il pagamento di un’ammenda “versandola anche a rate” se ritenuta congrua dal giudice, un reato che segna e marchia profondamente l’esistenza di una donna e che molto spesso prelude al femminicidio.
E’ un grave passo indietro nelle azioni e nelle politiche finalizzate al raggiungimento dell’eguaglianza e rispetto di genere. Profonda è la delusione degli operatori del settore e delle vittime che, invece, chiedono certezza della pena e maggior tutela.
Ci chiediamo quante donne devono ancora essere ammazzate perché si comprenda come il fenomeno non sia assimilabile a tutti gli altri, e che la conoscenza è condizione imprescindibile per proporre azioni mirate ed efficaci. In Italia tutto ha un prezzo. Ma sono sempre le donne a pagare il prezzo più alto. La negazione dei diritti e dell’eguaglianza è fondata su un dislivello di potere che da oggi è ancora più marcato. Non fiori ma leggi efficaci” – conclude Bruno.