“Quindici morti certi dal 1984 ad oggi – ha affermato De Luca – costituiscono un dato sul quale è necessaria una riflessione comune al fine di verificare quali strumenti possano essere utilizzati per evitare che queste morti infauste si ripetano”.
Nella lettera De Luca, rammenta che recentemente è stata depositata dal Tribunale di Vallo della Lucania la sentenza che condannò il titolare del diving Pesciolino Sub Roberto Navarra a quattro anni di reclusione per la morte dei quattro sub avvenuta il 30 giugno 2012 nella grotta degli occhi di Palinuro. I quattro sub moriromo per essersi immessi nel cosiddetto “ramo infangato” della grotta con successivo sollevamento del limo che ne ricopriva il fondo e impossibilità di recuperare la via di uscita.
Il presidente De Luca nella lettera suggerisce allora alcuni provvedimenti necessari a scongiurare altre morti. Primo intervento può essere il divieto di immersione nelle grotte più pericolose (Fetente, Scaletta, Occhi) secondo una individuazione che le autorità tecniche ed i sub speleologi conoscitori della zona meglio di me potranno fare.
Allo stesso modo si potrà rendere obbligatoria la notifica alla Capitaneria delle immersioni, e, ancorchè si tratti di regole tecniche già esistenti, l’uso del filo di Arianna e delle torce luminose, la presenza di una barca di appoggio con sufficiente e preparato personale di supporto, cosi come si potrebbe limitare la composizione dei singoli gruppi di sub in visita a seconda delle caratteristiche della grotta scelta. Nel caso della morte dei quattro sub si è accertato che il gruppo era composto da nove escursionisti tra cui una sola guida, Douglas Rizzo, anch’egli deceduto.
A sostenere l’appello di di De Luca, è l’Avv. Benedetta Sirignano, legale della famiglia di Telios Panaiotis, la più giovane delle quattro vittime della tragedia della Grotta degli Occhi, la quale commenta : “Sono soddisfatta nell’apprendere della richiesta fatta dal Presidente De Luca, poichè abbiamo fermamente sostenuto in quattro lunghi anni di processo che quelle grotte sono mortali e che vanno monitorate, se non addirittura, alcune, chiuse.
La famiglia di Telios, grazie a questo appello, qualora venisse raccolto da chi di dovere, troverà giustizia per la seconda volta, poichè la morte di “Panos”, come lo chiamavano affettuosamente i suoi cari, forse servirà a scongiurare altre tragedie in mare di innocenti”.