Tutte le salme sono state portate nell’obitorio di Castellammare di Stabia. Le operazioni di scavo sono state momentaneamente sospese e l’area recintata. I vigili del fuoco si preoccuperanno a questo punto della messa in sicurezza dell’area che è sottoposta a sequestro per disposizione dell’autorità giudiziaria che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per disastro e crollo colposo e omicidio colposo plurimo.
”Non escludiamo alcuna pista”. Sono le parole pronunciate dal pm della Procura di Torre Annunziata (Napoli), Andreana Ambrosino, giunta nell’area del crollo di via Rampa Nunziate. All’esame dei magistrati restano diverse ipotesi sul cedimento strutturale della palazzina nel quale hanno perso la vita otto persone. In particolare gli inquirenti si sono concentrati sui lavori effettuati ai primi due piani dell’immobile e sui quali aveva posto già ieri l’attenzione l’ex sindaco Giosuè Starita.
“Abbiamo un patrimonio immobiliare completamente fatiscente, e non è questo l’ unico caso. Per evitare di piangere per altre tragedie, sarebbe il caso di fare prevenzione”. Così don Ciro Cozzolino, sacerdote nella parrocchia della SS. Trinità, in via Gino Alfani a Torre Annunziata (Napoli), commentando il crollo della palazzina nel quale sono morte 8 persone.
Fa sapere don Ciro: “Non escludo la possibilità di costituire una commissione parrocchiale o cittadina che sia di sostegno alla attività dell’ufficio tecnico comunale perché, forse, questa tragedia si poteva evitare”.
Ieri sera il sacerdote, insieme con un folto gruppo di giovani, ha organizzato un momento di preghiera in parrocchia e successivamente vicino ai parchi condominiali, nei pressi del luogo in cui si è verificato la tragedia. Ha ancora negli occhi le immagini delle vittime.
Oggi ricorda la famiglia Guida che lì abitava. “Pasquale non aveva lavoro fisso, so che lavorava come pescivendolo. Ricordo lui, la moglie Anna e i due figli nel giorno della prima comunione della bambina, un paio di anni fa. Una immagine che ho ancora davanti agli occhi”.
Don Ciro conosceva anche i Cuccurullo, l’altra famiglia distrutta dal crollo. “Giacomo, il capofamiglia, tutti i giorni prima di recarsi al lavoro al Comune passava in chiesa a pregare e la sera vi ritornava, col pane in mano, a salutare il crocifisso qui in fondo. Edy, la moglie, era una donna colta, stimata, e poi il figlio Marco che proprio ieri era tornato a casa tardi dopo essere uscito con amici”.
Don Ciro racconta anche di Enza Brancaccio, una anziana donna residente nell’edificio crollato che ieri mattina, come spesso era solita fare, era uscita presto di casa per fare footing. “Al ritorno ha chiesto ai vigili del fuoco che le prendessero medicinali che aveva lasciato in casa”, dice il sacerdote. Il sacerdote fa sapere che è in contatto con il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. “Dopo aver saputo dell’ episodio, mi ha contattato esprimendo la sua vicinanza e mi ha chiesto di essere informato sulla situazione” dice.
Fonte ANSA
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