La vicenda ha suscitato clamore, anche per taluni aspetti che hanno successivamente riguardato la concessione degli arresti domiciliari all’attore, vincolati e subordinati all’utilizzo di un braccialetto elettronico, reperito solo alcuni giorni dopo, non senza polemiche.
Il tragico evento ha quindi riacceso i riflettori su un argomento fortemente avvertito da tutta la opinione pubblica e sul quale ognuno di noi avrebbe il dovere di meditare più e meglio, al fine di fornire un concreto e utile contributo, nonché di acquisire maggiore consapevolezza e responsabilità; innanzitutto quando si mette alla guida.
Più di un incidente mortale al giorno, 25 arresti in flagranza e 410 denunciati a piede libero. È questo il bilancio a 15 mesi dalla introduzione della norma sull’omicidio stradale, ma nonostante la legge i numeri restano alti.
Da marzo 2016 si contano 843 incidenti fatali e quasi 27mila con lesioni. Nei primi sei mesi del 2017 c’è stato un aumento del 4,6% di quelli mortali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Polizia Stradale rileva che degli incidenti mortali registrati nel 2016, soltanto il 53% assume rilevanza penale. Si ha dunque la conferma che questa legge non poteva essere la panacea.
E’ un problema da risolvere con maggiore educazione alla prevenzione per contrastare, in primis, la guida sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti. Un comportamento che peraltro in caso di omicidio prevede fino a 12 anni di reclusione.
E’ una delle cause principali di incidenti, insieme alla distrazione da smartphone che non si può però arginare solo con l’inasprimento delle pene. Secondo Franco Gabrieli, Capo della Polizia, è soprattutto sulla leva culturale e della consapevolezza che bisogna agire, affinché chi si pone alla guida di una autovettura possa tenere alta la soglia della attenzione.
E’ proprio in questa direzione che si muovono le campagne straordinaria di controlli avviate a partire dal 2015, estese oggi ad 80 province. Basti pensare che dei quasi 40mila conducenti sottoposti ad alcoltest, oltre 2000 sono risultati positivi, con tassi superiori a 0,5.
Non dovrebbero essere i pur necessari strumenti della repressione e della inibizione quelli a cui mostrare maggiore premura e sensibilità, bensì le mille e più ragioni che ci inducono a riflettere sul valore stesso e sul rispetto della vita: propria e di ciascun individuo.
editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista