Il protocollo darà la possibilità al Comune di Battipaglia di utilizzare, in forma volontaria e gratuita, i richiedenti asilo presenti nei centri della Piana del Sele per lavori di pubblica utilità. I migranti che aderiranno all’iniziativa lo faranno in maniera volontaria, senza costrizioni e soprattutto non riceveranno compensi per il servizio svolto in favore della comunità battipagliese.
«Si tratta di un obiettivo raggiunto per la nostra amministrazione – afferma la sindaca Cecilia Francese -. L’inter è stato lungo ma siamo riusciti, grazie al lavoro della consigliere Ada Caso, a portare a termine questa intesa che permetterà al nostro comune, che ricordo non può fare assunzioni, di avere a disposizione, qualora lo vorranno, alcuni migranti per lavori di pubblica utilità come la pulizia delle aiuole, delle strade, delle scuole. Il progetto è anche improntato sull’inclusione di questi ragazzi che scappano dalla guerra e dalla miseria. Vederli lavorare per il bene della comunità che li ospita sarà sicuramente un modo per conoscerli meglio e allontanare fenomeni di razzismo e di diffidenza».
«Proporre a questi ragazzi attività di volontariato non è lavoro, è un metodo per arrivare ad un compromesso – dice la consigliera di Con Cecilia Ada Caso -. I ragazzi sono ospitati sul nostro territorio e attraverso questa attività possono avviare un processo di integrazione davvero importante che permetta di superare il pregiudizio dato dalla non conoscenza. Se si aumenta il confronto e la consapevolezza le barriere non esistono. L’integrazione è uno degli obiettivi di questo progetto».
«Ci siamo accostati al tema dell’integrazione come associazione – dice Mario Bove, presente in rappresentanza di Legambiente -. Sono temi globali e noi poniamo l’accento sui migranti climatici. Da diversi anni ci sono popolazioni costrette per motivi di sopravvivenza a spostarsi. Noi abbiamo aderito al protocollo per una collaborazione sul territorio. Attiveremo dei corsi di alfabetizzazione per dare gli elementi minimi ai ragazzi».
«L’idea iniziale fu elaborata con l’ex assessore Onnembo – afferma il presidente della cooperativa CCM Antonio Vecchio -. Inizialmente pensammo ad un progetto di pulizia della pineta che coinvolgesse migranti ed italiani. Il volontariato è dare valore ad un bene collettivo. Se i migranti danno valore a questa iniziativa lo faranno anche gli italiani. Come cooperativa lavoriamo già con i comuni di Eboli, Campagna, Sarno e Pontecagnano Faiano. Non è soltanto utile all’aspetto sociale, la migrazione è un’opportunità per la popolazione. I pakistani ospitati presso l’oratorio di Eboli insegnano, ad esempio, l’inglese ai bambini».
«Ringrazio la sindaca e la consigliera Ada Caso – dice Antonio Calandriello della cooperativa Tertium Millennium -. Molti dei ragazzi che seguiamo sono entusiasti dell’iniziativa che è una sorta di restituzione sociale».
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