Liquido ematico che presenta un Dna sconosciuto. Una discussione durata oltre due ore quella degli avvocati difensori del 22enne reo confesso e che ha posto l’accento proprio sulle risultanze dei risultati degli esami effettuati dai carabinieri del Racis. Risultati che sono giunti nelle mani di Pm e difensori solo dopo la perizia effettuata su disposizione della Procura di Salerno.
Gli avvocati Enrico Lizza e Luigi Gassani – si legge su Il Mattino oggi in edicola – hanno imperniato la propria arringa quasi tutta sulla legittima difesa e su quella che potrebbe essere stata una reazione violenta del ragazzo dopo l’ennesimo tentativo di approccio sessuale subito dal carrozziere sessantenne.
Dna che, secondo Lizza e Gassani, apparterrebbe a Luca Gentile. Una ipotesi che riporta, a sua volta, alla tesi sulla colluttazione che i due avrebbero avuto all’interno della cucina dell’appartamento delle Fornelle dove è avvenuto il delitto e che sarebbe dimostrata, secondo la difesa, da quel graffio che il ragazzo aveva tra la guancia e il collo la sera dell’arresto.
Intanto, rispetto ai trent’anni richiesti dall’accusa, la difesa di Gentile ha chiesto al gup il riconoscimento delle attenuanti generiche, della reazione per difesa e anche dell’assenza del vincolo parentale tra i due essendo Gentile e Daniela Tura De Marco, la figlia della vittima, fidanzati da pochissimo tempo.
La ragazza è invece a giudizio, con rito ordinario, per concorso in omicidio in quanto, secondo quanto è emerso dai messaggi whats app cancellati e recuperati dal Racis, era a conoscenza di quanto accaduto. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 28 settembre.
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