L’operazione è stata svolta a conclusione di complessi accertamenti patrimoniali svolti nei confronti di Padovano Giovanni, con dimora a Scafati, e del suo nucleo familiare ai sensi della normativa di prevenzione antimafia (D.L.vo n. 159/2011), in relazione ai reati di associazione per delinquere finalizzata a furti pluriaggravati.
Il sequestro, che prevede la contestuale confisca ed immissione in possesso dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ha riguardato 2 unità immobiliari, site nel comune di Scafati (SA), e 4 autoveicoli, per un valore di oltre 400.000 euro.
Il proposto è gravato da numerosi precedenti per furti, rapine, ricettazione e traffico internazionale di stupefacenti ed ha svolto il ruolo di di capo di un’organizzazione criminale dedita ad assalti a furgoni portavalori, commessi anche in Trentino Alto-Adige, sgominata grazie alle indagini condotte nel 2013 dall’Arma dei Carabinieri.
Il Nucleo di Polizia Tributaria Trento – G.I.C.O. ha svolto accertamenti patrimoniali nei confronti dei componenti della banda,accertando la sproporzione del patrimonio accumulato dai principali indagati, rispetto ai redditi dichiarati, sostanzialmente nulli. Conseguentemente, tra il 2013 ed il 2015, il Reparto trentino inoltrava più proposte di applicazione di misure di prevenzione patrimoniali alle diverse Procure della Repubblica campane, ove i vari componenti della banda risultavano avere la dimora, tra cui quella di Salerno, ottenendo già provvedimenti di sequestro su beni del valore di circa 930.000 euro.
Tra questi si annovera quello eseguito, sempre su delega della Procura della Repubblica di Salerno, all’esito degli accertamenti del G.I.C.O. di Trento, nel gennaio 2015, dal Nucleo di Polizia Tributaria di Salerno, nei confronti di un altro componente della banda, G.C., classe ’72, e del suo nucleo familiare, su due fabbricati (un’abitazione ed un capannone), sempre ubicati a Scafati (SA), due automobili ed un motociclo del valore complessivo di euro 508.000.
L’attuale provvedimento emesso dal Tribunale di Salerno ha colpito il capo del suddetto sodalizio criminale – tra l’altro, risultato collegato, in passato, ai noti clan camorristici D’Alessandro, di Castellammare di Stabia (NA), Fabbrocino, dei Comuni Vesuviani (NA), La Torre, di Mondragone (CE), Pagnozzi, della Valle Caudina (AV), Visciano-Loreto, di Scafati (SA) e Sorprendente-Sorrentino di Napoli – e di tre suoi parenti conviventi, tutti di nazionalità italiana e residenti a Napoli, Scafati (SA) e Sarno (SA).
Il Tribunale di Salerno, condividendo le conclusioni della Sezione Reati contro l’Economia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno e gli esiti degli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza, ha ritenuto che il patrimonio di P.G. e dei suoi familiari fosse sproporzionato rispetto alla capacità reddituale del nucleo familiare che traeva la propria principale, se non unica, fonte di sostentamento da attività illegali.
L’operazione costituisce l’ennesima testimonianza di come l’efficace azione sinergica tra la Magistratura ed il Corpo della Guardia di Finanza, che riveste un ruolo di assoluta centralità nel contrasto al crimine organizzato, specie sotto il versante patrimoniale, sia in grado di colpire al cuore le organizzazioni criminali, sottraendo loro le ricchezze illecitamente accumulate (in questo caso, considerando oltre all’attuale provvedimento, i pregressi sequestri, per un controvalore complessivamente superiore ad 1,3 milioni di euro), nella prospettiva di restituirle alla collettività.
COMUNICATO UFFICIALE GUARDIA DI FINANZA
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