Uranio impoverito, Cirielli: «Invertire onere della prova, persi tre anni»

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“La Commissione d’inchiesta parlamentare sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito, che avrebbe dovuto innanzitutto aiutare i militari ammalati a superare il calvario delle cause e dell’abbandono economico e statale nel momento della malattia, ha perso tre anni in polemiche inutili, mentre sarebbero bastate cinque righe per stabilire che va invertito l’onere della prova, come previsto nella proposta di legge da me presentata, spostandolo quindi dall’ammalato all’amministrazione statale.

Oggi, è bene ricordarlo, il militare deve provare all’amministrazione la dipendenza da causa di servizio, con conseguenti e ulteriori problematiche e disagi”. È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, componente della Commissione d’inchiesta parlamentare sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito.

“In questo modo, si agevolerebbe concretamente e significativamente il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio – spiega -. Invece, la proposta Scanu e tutta l’azione della Commissione è stata impostata in chiave antimilitarista per dimostrare che il mondo militare in genere e gli ufficiali in particolare espongono volontariamente e quasi con indifferenza i propri uomini a rischi sul lavoro, che non rispettano le norme ambientali e sono la causa delle malattie del personale, specialmente di quelle derivanti dall’uranio impoverito. Una tesi falsa, perché tanti ufficiali, anche alti gradi, sono stati vittime”.

“La politica, soprattutto quella della sinistra almeno nei Balcani – sottolinea -, ha mandato i nostri militari a morire senza dare loro alcuna protezione, la politica e il ministero del Tesoro non hanno mai voluto riconoscere alcun nesso di causalità con le neoplasie per evidenti motivi economici, e anche dopo il primo riconoscimento avvenuto grazie all’allora ministro della Difesa, Ignazio La Russa, il dicastero delle Finanze ha cercato di contrastarne l’applicazione, nonostante i grandi sforzi effettuati dalla sanità militare”.

“Questa è la triste verità – conclude Cirielli -. Siamo di fronte ad una proposta peggiorativa in molti casi e oltretutto che tende, ancora una volta, a criminalizzare il mondo militare, che non aiuta e non rispetta adeguatamente chi serve la Patria e rispetto alla quale lo stesso ministro Pinotti è in grande imbarazzo. Solo le lobby della moltiplicazione delle cause giudiziarie e quelle delle speculazioni edilizie che hanno messo gli occhi sui poligoni delle Forze Armate plaudono a questa iniziativa”.

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