In tanti avevano messo gli occhi su un appartamento in zona Anagnina che avevano visto pubblicizzato su alcuni siti internet. Speravano di concludere l’affare della vita, acquistando ad un prezzo inferiore del mercato quella casa vicino alla Metro A.
E invece hanno rischiato di ritrovarsi a vivere tutti sotto lo stesso tetto. Perché il proprietario, accusato di truffa insieme a sua moglie, aveva fatto le cose in grande, stipulando 8 distinti contratti preliminari e addirittura 2 rogiti per la compravendita definitiva.
Tutti per lo stesso immobile. «Sono un dipendente dell’agenzia delle entrate di Latina. Devo andare a Milano perché ho vinto un concorso e ho necessità di vendere l’appartamento». Ad alcune delle vittime, che si sono costituite parte civile nel processo che si è tenuto ieri, il proprietaro, originario di Potenza, aveva giustificato così la sua fretta nel voler concludere l’affare. Fra loro c’è chi aveva versato i soldi della caparra, fra i 30mila e i 40mila euro. E chi aveva già finito di pagare l’appartamento.
Se è stato fatto il rogito chi l’ha sottoscritto per primo è a tutti gli effetti proprietario dell’appartamento, il secondo è automaticamente nullo. Chi ha versato caparre di 30-40 euro…bé, gli è andata pure bene, vista l’imperizia nel versare tali cifre evidentemente hanno parecchi soldi da buttare.