La classifica riguardava i centri urbani ritenuti più a rischio in 10 aree diverse aree geografiche del mondo, scelti per le ragioni più varie: dal terrorismo alla droga, dagli omicidi alla presenza di gang mafiose o criminali, dalla guerra, ai disordini razziali, alla violazione dei diritti umani.
Ne era venuta fuori una mappa in cui il capoluogo campano era stato additato come la città più pericolosa dell’Europa occidentale, accanto a luoghi come Mogadiscio (in Somalia, la peggiore in Africa) o addirittura Raqqa (capitale dell’Isis in Siria, indicata per il Medio Oriente). Una scelta, quella del Sun, che aveva provocato violente polemiche e reazioni.
“The Sun fa marcia indietro e Napoli sparisce della classifica delle 10 città più pericolose del mondo” dice Flavia Sorrentino, delegata all’Autonomia della Città e responsabile dello sportello Difendi la Città.
“Il tabloid inglese – aggiunge – subissato dallo sdegno dei napoletani, smentito dall’ambasciata italiana a Londra, schernito con sagace ironia dall’aeroporto internazionale di Capodichino, con la scelta di smentire se stesso si è evidentemente squalificato ma, cosa più importante, si è reso protagonista di una evidenza rincuorante per chi lavora incessantemente per il risollevamento di Napoli: non accettiamo più che sciacallaggio e sensazionalismo siano consumati sulla pelle di un’intera città che non nega i problemi, ma è altresì consapevole che per affrontarli è necessario liberarsi da stereotipi e luoghi comuni utili solo a chi ha interesse a non farla riemergere”.
“Il danno di immagine procurato da The Sun, che si rivolge ad un pubblico di quasi 8 milioni di lettori, è da valutare” spiega Sorrentino.
“Con lo sportello Difendi la città di Napoli abbiamo già interrogato l’avvocatura comunale per intraprendere eventuali azioni legali” sottolinea. “Intanto prendiamo atto delle scuse del periodo britannico e del rispetto che viene riconosciuto ad un popolo quando questo si mostra orgoglioso e fiero” conclude Flavia Sorrentino.