Un amico della vittima, sul quotidiano Il Mattino oggi in edicola, racconta che quella sera l’infermiere era andato nella casa di via Origlia per sincerarsi delle condizioni della donna «perchè da un po’ di tempo accusava episodi di depressione e quella sera le aveva portato dei medicinali».
Fortino, infatti, lavorava al dipartimento di salute mentale dell’Asl Salerno in via Ricco. Così come c’è chi racconta che l’infermiere, indicato da tutti come un uomo disponibile e generoso, aveva preso a cuore la situazione «di una persona conosciuta nel suo percorso professionale fornendo aiuto e sostegno». «Ha pagato nel peggiore dei modi – sottolinea un collega – la sua generosità».
Non è escluso che sarà necessario ascoltare anche la bambina che ha assistito all’accoltellamento. La sua presenza sulla scena del crimine ha, infatti, reso la posizione di Sanzone ancor più pesante in quanto deve rispondere di omicidio volontario aggravato per la presenza di un minore. Erano state le urla della donna e della bambina a far scattare l’allarme. Fortino non aspettò l’arrivo dell’ambulanza ma salì in sella al suo scooter per dirigersi al pronto soccorso morendo a poche centinaia di metri dall’ospedale per il troppo sangue perso
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