Era un bassorilievo di Renato Guttuso, rubato nella villa di un medico napoletano a Ravello e valutato dagli esperti in un valore tra i 500mila e i 700mila euro. «Vincè sai quante occasioni buone hai avuto e non te le sei sapute guardare, le hai vendute, andammo a fare pure quella casa dove stava il Gattuso (il riferimento è ad un’opera di Renato Guttuso) per prendere 140 euro». Antonio Castaldo, uno degli indagati del blitz di ieri che ha sgominato la gang dedita ai furti di opere d’arte, rimprovera il suo complice Vincenzo Apicella di non aver saputo «valutare» un’opera che loro impropriamente definiscono di «Gattuso». Un’opera che hanno venduto per 140 euro quando il suo valore oscillava dai 500mila ai 700mila euro. Si tratta di un bassorilievo non ancora recuperato dai carabinieri.
E’ una delle curiosità emerse dopo il blitz dei Carabinieri di Amalfi che hanno arrestato sette persone residenti tra Castellammare di Stabia, Salerno e Baronissi. Le ordinanze sono state emesse dal gip del tribunale di Salerno, al termine di una accurata attività investigativa condotta congiuntamente da personale dell’aliquota operativa del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Amalfi, coordinati dal capitano Roberto Martina , e della Stazione di Ravello, sotto la direzione della procura.
Nei guai Antonio Castaldo, 55enne pescivendolo di Salerno, e Vincenzo Apicella , 53enne fornaio originario di Vietri sul Mare, il basista, colui il quale conosceva bene il territorio e sceglieva gli obiettivi. Nei guai anche i collaboratori dei due ovvero Giovanni Castaldo ,fratello di Giovanni, 59enne operaio salernitano e Michele Salvatore , 47enne commerciante di Baronissi (destinatario dell’obbligo di dimora) che fornivano la rete di ricettatori che riuscivano rapidamente a rimettere in commercio le opere d’arte e i pazzi di antiquariato: Carmine Iacono , 60enne operaio di Salerno, Antonino Russo , 54enne restauratore, e Catello Russo , 52enne disoccupato, entrambi di Castellammare di Stabia.