In sei anni la Salernitana, tornata appunto in possesso dell’ippocampo e del granata, a piccoli passi si è riappropriata di quella categoria lasciata due anni prima dell’ultimo fallimento. Sei anni fa la città accoglieva Lotito e Mezzaroma con fiducia e con la speranza di uscire da quelle sabbie mobili da cui la Salerno calcistica non riusciva a riemergere. Il progetto dei due imprenditori romani rappresentava all’epoca uno spiraglio di luce, dopo le travagliate estati trascorse ad attendere, più che notizie di calciomercato, buone nuove da Covisoc e Coavisoc ed indiscrezioni rassicuranti sulle fideiussioni utili per l’iscrizione.
Nei successivi sei anni i tifosi hanno riassaporato il piacere di discutere sotto l’ombrellone, piacevolmente o meno, di cessioni, ingaggi, trasferimenti, prestiti, insomma, di calciomercato, seppur con i tempi diversamente veloci ai quali la Salernitana di Lotito e Mezzaroma ha abituato. Nel primo quinquennio di attività, però, i due co-proprietari del club granata hanno di fatto tenuto fede agli impegni presi e centrato, passo dopo passo i traguardi fissati, dal ritorno tra i professionisti al mantenimento della serie B per due anni fila. Adesso, però, proprio come quel 26 luglio del 2011, i tifosi attendono.
Aspettano di conoscere il proprio destino. Per Lotito e Mezzaroma è da poco iniziato il nuovo lustro e con esso un nuovo percorso che alla luce di quanto fatto fin qui dovrebbe portare a fare ulteriori passi in avanti. Di conseguenza, ci si interroga, adesso sulle prospettive di crescita della Salernitana, anche in vista delle ormai imminenti elezioni di Lega e degli effetti che queste potrebbero avere sul club granata. La gestione Lotito – Mezzaroma, però, ha insegnato fin qui che non bisogna fasciarsi la testa prima del necessario. Non rimane che attendere, dunque, nella speranza che gli obiettivi possano diventare sempre più ambiziosi.