Il malore e l’interrogatorio
Mazzega ha confessato e si è poi confrontato con il suo difensore d’ufficio, andando poi incontro all’interrogatorio della pm Letizia Puppa. La giornata lo ha sfibrato a tal punto da richiedere l’intervento dell’ambulanza del 118 a causa di un aumento del battito cardiaco. «Non ha nulla di grave – ha precisato Ortolan – ma è evidente che una situazione del genere lo abbia provato».
Nessuna premeditazione
«Non si tratta di un delitto premeditato – secondo il dirigente della Questura -. Il femminicidio dev’essere avvenuto alla fine di una lite, l’ennesima, a causa di incomprensioni e frizioni che lui valutava come pesanti e lei probabilmente no». «L’episodio – ha precisato Ortolan – ha avuto luogo in auto, nei dintorni di Dignano (il comune dove risiedeva Nadia). Le tempistiche devono essere valutate a fondo dal medico legale, ma è presumibile che il tutto sia sia verificato tra le 22 e le 23, dopo che lui era andato a prenderla a casa alle 20».
La notte
Mazzega ha vagato tutta la notte con il cadavere della sua fidanzata in auto. «Credo abbia pensato a 1000 cose – ha detto Ortolan – e una volta vista l’insegna della Polstrada passando di qua si è convinto a fermarsi. È pentito, altrimenti non si sarebbe presentato. Si vergogna molto della cosa, tanto da non aver voluto vedere i genitori»
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