Dopo l’autopsia, svoltasi nella giornata di ieri ad opera del medico legale il corpo di D’Onofrio è stato restituito ai familiari che domani porgeranno l’ultimo saluto al loro caro.
Intanto l’esame autoptico eseguito sulla salma ha confermato quello che già un primo esame esterno aveva decretato: i colpi che hanno attinto l’uomo al torace sono stati tre, e tutti hanno provocato un emorragia interna fatale che ha poi portato alla morte D’Onofrio, stramazzato a terra pochi minuti dopo gli spari. Mentre il suo killer era già dileguato.
Tre colpi sparati a ripetizione da una calibro 9×25, tutti andati a segno, l’ultimo fatale. Ciro D’Onofrio avrebbe visto il killer che aveva l’arma puntata contro ed ha tentato una disperata fuga. Ma il killer arrivato in viale Kennedy non ha fallito l’obiettivo sparando a distanza ravvicinata i colpi.
Intanto si sta continuando a scandagliare la vita non solo della vittima ma anche di altri soggetti. Sono state oltre dieci le perquisizioni poste in atto in questi giorni, ma al
momento non hanno dato alcun esito. La pista seguita è quella legata al traffico delle sostanze stupefacenti.
E’ in questo contesto che sarebbe maturato l’omicidio. Oltre a visionare i tabulati telefonici, si stanno anche analizzando le immagini delle telecamere a circuito chiuso presenti nella zona circostante l’area in cui si è consumato l’omicidio.
Dai frame potrebbe essere possibile individuare l’autore dell’omicidio per poi risalire al mandante. Non è da escludere che D’Onofrio sia stato messo a tacere per qualcosa che sapeva o che aveva visto.
Ma non è neppure da sottovalutare il fatto che l’omicidio possa essere un chiaro avvertimento per qualcun altro.
Redazione… non esiste il calibro 9×25!