Il giovane, originario della Campania, lavorava come chef in un ristorante di Trani ed aveva all’attivo collaborazioni con noti maestri di cucina. Sul posto sono intervenuti i soccorritori e agenti del commissariato di polizia di Trani che dovranno stabilire la dinamica dell’incidente.
Raffaele Casale era arrivato in Puglia poco meno di due anni fa. Era passato da Villa Crespi, il ristorante (premiato con due stelle Michelin) guidato dal masterchef Cannavacciuolo, che lo aveva accolto per uno stage. Il grande cuoco ne aveva riconosciuto le qualità, confermandone il ruolo al suo fianco per altri due anni. Casale era poi passato anche dalle cucine di Moreno Cedroni alla Madonnina del Pescatore di Senigallia. Poi aveva indossato i panni di braccio destro di Gaetano Trovato, lo chef dello storico ristorante Arnolfo a Colle Val d’Elsa in provincia di Siena. Di due stelle in due stelle.
Grandi cuochi e la difficile impresa di stare al loro passo, seguendone ritmi e orme. Poi l’incarico affidatogli alle Lampare al Fortino dai patron Antonio Del Curatolo e Pasqua Fiorella. La prima volta alla guida di una cucina nei panni di titolare, prendendo in carico la mission di dare dignità e identità a una cucina in cerca d’autore e in una terra che non era la sua. Raffaele Casale aveva affondato il naso nel paniere dei prodotti pugliesi, imparando a riconoscere odori e corpo delle materie prime e a distinguere fra i produttori.
E nei giorni di riposo faceva regolarmente visita alla mensa di Pietro Zito, l’anima di Antichi Sapori a Montegrosso di Andria, pietra angolare della cucina tradizionale pugliese.
In tasca, un paio di certezze legate strette alle sue origini: le grandi paste campane, i pomodori, le nocciole irpine. E il ‘pane cafone’. Insieme con le tecniche rubate ai maestri e da mettere a frutto: rigettandone alcune, replicandone altre, fino a imboccare la sua rotta personalissima. Avrebbe compiuto 29 anni il 27 marzo.