Modello Lazio da esportare a Salerno? Procedura non completata

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“Negli ultimi anni abbiamo vinto più di Napoli, Fiorentina e tante altre…”. Questa frase, Claudio Lotito, la ripete con una certa ciclicità, come è tipico del personaggio. Ma i fatti gli danno ragione: con la Supercoppa italiana alzata all’Olimpico grazie al 3-2 sulla Juve all’ultimo respiro, fanno quattro. Due Coppe Italia e due Supercoppe, quattro trofei in bacheca. Più di Napoli e Fiorentina negli ultimi anni, e non solo: dal 2004, anno in cui Lotito si è preso la Lazio, a oggi, i biancocelesti sono la quarta squadra italiana per titoli vinti, alle spalle dei mammasantissima Inter (15), Juve (12) e Milan (6). Quattro coppe su nove finali disputate, più una qualificazione alla Champions, una ai playoff e sei partecipazioni all’Europa League.

A Roma Lotito vince. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di trofei minori, quelli che non risplendono di luce propria in bacheca, questo è vero ma è vero anche che si tratta comunque di trofei. Se poi aggiungiamo il fatto che la Lazio vince tenendo i conti in ordine ed anche guadagnandoci, il trofeo, anzi i trofei vinti assumono una importanza ed un valore ancor più grande. Peccato che il modello Lazio, esportato in toto a Salerno si sia fermato alla serie B.

I sei anni di Lotito e Mezzaroma a Salerno sono stati caratterizzati da successi a ripetizione con la squadra che ha impiegato pochissimo tempo per risalire dagli inferi della D alle porte del Paradiso. Il problema, ad oggi, è proprio questo: c’è la possibilità di raggiungere l’Olimpo del calcio oppure il destino del club granata è già scritto? C’è un futuro oltre la Serie B. Guardando alle Noif vien facile dire no ma nel calcio spesso fatta la legge trovato l’inganno. Lotito è uno scafato, sa il fatto suo come sa bene che si gioca tanto in questi ultimi giorni che lo separano dall’ultima assemblea per eleggere il presidente della B.

Il 30 agosto: dopo quattro tentativi andati a vuoto si cercherà di eleggere il nuovo presidente dopo che Andrea Abodi, il 6 marzo, aveva sfidato Tavecchio per la presidenza della Figc. E’ passato sin troppo tempo: una parte dei club cadetti vuole l’avvocato Corradino, un’altra Lotito (che non molla mai ed è avvelenato con il suo ex amico Tavecchio). Nessuno dei due potrebbe avere i 12 voti necessari per essere eletto in terza votazione. C’è il rischio di un altro stallo, il quinto. In questo caso, il 31 agosto si riunirà il consiglio federale della B e , scaduto l’ultimatum di un mese, nominerà un commissario anche per i cadetti. Dovrebbe toccare al senatore Cosimo Sibilia, vicario di Tavecchio.

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