agosto.
Vittima di un incidente stradale, un ragazzo di 23 anni aveva un politrauma, fratture multiple. Scatta il ricovero in codice rosso. E iniziano ore di attesa che, secondo quanto denunciano i sanitari, potrebbero essere risultate fatali. Il ragazzo il giorno dopo e’ morto.
E’ il consigliere regionale della Campania, Francesco Borrelli, a rendere nota la storia. E lo fa diffondendo la denuncia presentata dal responsabile del Pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare, Alfredo Pietroluongo.
In codice rosso aspetta 4 ore per esame, muore 23enne
‘Dopo le indagini radiografiche e Tac veniva riportato in codice rosso dove i rianimatori constatavano un progressivo peggioramento delle condizioni generali ed un progressivo calo dell’emoglobina ai valori 7 – si legge nella denuncia – Si provvedeva a richiedere il sangue in urgenza e alle ore 1.04 avveniva il ricovero in Chirurgia con prognosi riservata ed in imminente pericolo di vita’.
‘Cio’ nonostante – continua la denuncia – il paziente rimaneva in codice rosso impegnando due unita’ infermieristiche del Pronto Soccorso con visibile disagio per il resto delle attivita’ dello stesso pronto soccorso mentre le anestesiste intervenute rientravano in rianimazione’.
Passa ancora del tempo, fino alle ore 1.45 quando Pietroluongo scrive che ‘venuto a conoscenza del fatto che il paziente era in attesa da circa due ore di essere trasportato in
un altro Presidio per eseguire una angioTac e la cosa si rallentava perche’ non vi era accordo su quali infermieri avrebbero dovuto eseguire il trasferimento’ chiede al medico che
aveva in carico il 23enne ‘di provvedere ad accelerare i tempi dell’iter diagnostico anche perche’ il codice rosso era bloccato da circa quattro ore’.
Denuncia responsabile Ps ospedale Napoli, ‘disprezzo per utente’
Il medico di turno risponde che ‘sapeva lui cosa doveva fare e che le cose andavano bene cosi”. Nel frattempo viene deciso chi doveva accompagnare il paziente. Ma intanto ‘alle ore 3.30 il padre del ragazzo quasi in lacrime, infuriato, mi veniva a chiedere cosa si stava aspettando, preoccupato delle condizioni del figlio che peggioravano’.
Pietroluongo cerca di parlare con il medico che stava seguendo il caso e scoppia uno scambio di accuse. A quel punto ‘mi precipitavo al Pronto soccorso chiedendo che un infermiere del Pronto soccorso si offrisse volontario per l’accompagnamento e
raccomandavo di far partire immediatamente l’ambulanza con rianimatore e chirurgo a bordo’. Il gruppo parte ‘ma senza rianimatore’. Il 23enne arriva all’ospedale Vecchio Pellegrini: gli vengono trasfuse altre tre sacche di sangue e i medici criticano l’assenza dell’autoambulanza rianimativa, mezzo che non e’ stato ottenuto neanche per il ritorno al Loreto Mare dove il paziente rientra alle ore 8.30. Viene condotto in
rianimazione dove muore.
‘A motivo di quanto esposto credo che i fatti evidenzino una superficialita’ di comportamento ed un disprezzo per la tutela dell’utenza ancora prima dell’inosservanza ai piu’ elementari doveri professionali – conclude la denuncia – Chiedo ove mai si dovesse ravvisare una condotta omissiva di intervenire e di denunciarle alle autorita’ competenti’.
Al via indagine interna. ‘Massimo rigore’
“Esprimo dolore, sgomento e rabbia per la morte del giovane di 23 anni nel presidio ospedaliero del Loreto Mare, in circostanze che, se confermate, sono inaccettabili e incompatibili in una organizzazione ospedaliera la cui priorità assoluta è salvare vite umane” dice il direttore generale della Asl Napoli 1, Mario Forlenza sulla vicenda dell’attesa di 4 ore del giovane in codice rosso per un trasferimento in un altro ospedale. Forlenza esprime ”partecipazione umana e sentite condoglianze ai familiari”.
”D’intesa anche con la Regione, per l’accertamento delle responsabilità presenterò personalmente denuncia alla Procura”.
”Ho avviato una indagine interna tramite il servizio ispettivo aziendale per accertare eventuali omissioni o mancanze organizzative, ciò anche ai fini di responsabilità disciplinari. Massimo rigore. I familiari e i cittadini sappiano che è interesse primario del direttore generale e degli operatori della Asl, che sulla vicenda si faccia piena chiarezza, fino in fondo, senza guardare in faccia nessuno”.