“Non si è contrari al principio della remunerazione adeguata ai direttori generali in quanto effettivamente la stessa risultasse troppo bassa rispetto alle responsabilità ascritte in capo agli stessi, ma la stessa retribuzione dovrebbe essere agganciata a criteri di valutazione intellegibili e cristallini, facilmente riscontrabili all’utenza ed agli operatori stessi”, ha detto il sindacalista della Uil Fpl provinciale. Secondo il rappresentante dei lavoratori, in riferimento ai criteri di valutazione sopra emarginati, non si comprenderebbe quale sia il risultato raggiunto dai direttori generali delle Asl campane, poiché di tali risultati non vi sarebbe la dovuta informativa e nemmeno la pubblicazione sui siti web istituzionali delle relative Aziende.
Il criterio adottato per allineare detti emolumenti, ovvero portarli alla stregua di quelli di altri dirigenti di struttura apicale, con particolare riferimento a quelle di dipartimento, fa sorgere spontanea la riflessione per cui ci si chiede come mai possano essere erogati emolumenti di molto superiori a quelli del direttore generale e che in alcuni casi sfiorano e superano i 300mila euro”, ha continuato Tomasco.
“Giova ricordare che alcune delle Asl inserite in prima fascia, in particolare quella di Salerno e l’Azienda Ruggi, non hanno ancora pubblicato gli emolumenti dei dirigenti operanti. Nel caso del Ruggi siamo fermi al 2013, nonostante che l’Anac nella seduta del 17 maggio scorso abbia ribadito che l’obbligo di pubblicazione degli emolumenti complessivi a carico della finanza pubblica percepiti dai dirigenti, disposto dall’articolo 14, comma 1-ter, debba ritenersi non sospeso e, dunque, da rispettare”.
Per il sindacato un’altra questione non secondaria, almeno dal punto di vista dell’opportunità del provvedimento, è quella relativa per cui si aumentano le remunerazioni dei direttori generali giustificandole con gli obiettivi che sarebbero tenuti a perseguire, primo tra tutti il mantenimento e l’implementazione dei livelli essenziali di assistenza, ma contemporaneamente si continua a chiedere ai cittadini campani l’odiosa tassa del super ticket per la compartecipazione alla spesa sanitaria regionale.
“ Sempre in relazione agli obiettivi da raggiungere ci si dovrebbe spiegare il perché delle lunghe liste d’attesa, l’orripilante fenomeno delle barelle nei Pronto soccorsi e nei reparti ospedalieri, sebbene sia stato dichiarato in pompa magna che le stesse fossero oramai un ricorso, l’aumento esponenziale delle Alpi, le attività libero-professionali in intramoenia, il ricorso massiccio a quote di lavoro straordinario per il comparto che sfiora limiti astronomici, il continuo depotenziamento del numero di posti letto degli ospedali pubblici. Appare evidente che qualche obiettivo non sia stato raggiunto”, ha spiegato Tomasco.
“Pertanto, come sindacato riteniamo che le motivazione addotte a sostegno del provvedimento adottato con deliberazione della Giunta regionale del primo agosto scorso, sia non solo socialmente inaccettabile, considerata l’attuale congiuntura economica in cui versa la popolazione della Regione Campania, ma anche iniquo poiché vada a premiare poche e selezionate professionalità a discapito di migliaia di lavoratori che con spirito di abnegazione e sacrificio continuano, tra mille difficoltà, a garantire una sanità pubblica che sebbene al collasso, dovrebbe rappresentare il faro dell’azione politica regionale, anche in considerazione di quanto più volte affermato, ovvero che avremmo assistito a qualcosa di eccezionale. Peccato che finora di eccezionale ci sia stato solo l’aumento delle retribuzioni”.
Commenta