L’alzata è uno dei momenti più attesi dalla comunità salernitana, perché ci si prepara nel modo migliore alla festa del 21 settembre, perché inizia il cammino di purificazione che riguarda tutti ma segnatamente i portatori delle statue dei Santi che vanno in processione. E perché con l’alzata del panno si rinnova quel legame identitaria di appartenenza di Salerno e dei suoi cittadini alle tradizioni religiose ma pure laiche. Perché ogni festa si compone di questi due elementi, sacri e profani, in maniera inscindibile.
LA STORIA
La leggenda, che unisce mito e realtà, vuole che le navi del Barbarossa fossero da giorni alla fonda delle acque di Salerno in attesa del momento più propizio per sferrare un attacco mortale alla città. Sembrava una disfatta annunciata, ma le genti di Salerno si affidarono al loro Santo Patrono, invocando in quei giorni San Matteo che, si narra, alla fine ascoltò i fedeli oranti. Ed ecco che cielo e mare si fusero in una nera tempesta che costrinse gli invasori a desistere. Così nasce la dicitura “Salerno è mia ed io la difendo” che campeggia sul panno issato ogni 21 agosto sul quadriportico del Duomo.