Di quali giovani parliamo?
“Non è ancora deciso”, se il pacchetto varrà solo sotto i 29 anni. “Ma è un tema che dobbiamo vedere perché abbiamo anche una regolamentazione europea da rispettare, per evitare discriminazioni a livello di età”, risponde Poletti a chi gli chiede conferma all’ipotesi che il bonus giovani sarà limitato agli under 29. Sullo schema di funzionamento della misura il ministro spiega che “dobbiamo ancora definirlo, ma quello che stiamo pensando è un lavoro sulla decontribuzione per i più giovani in modo tale che ci sia la possibilità di avere un lavoro a tempo indeterminato e che questo contratto costi meno del lavoro temporaneo”.
Trecentomila posti in più
L’obiettivo del governo è di stimolare 300 mila assunzioni in più di giovani, grazie alla nuova versione della decontribuzione. Plausibile? “Puntiamo al massimo che saremo in grado di fare, 300 mila è una ragionevole previsione, anche grazie alla mobilità del mercato del lavoor”, risponde il ministro Poletti. “Ogni anno circa un milione di persone entrano e escono dal mondo del lavoro”.
Quanto costerà il bonus?
La stima di un costo per le casse dello Stato pari a 2 miliardi a regime sembra credibile per Poletti. “Dipende dalla possibilità di utilizzare il bonus su una platea più o meno larga: per garanzia giovani dall’Unione Europea abbiamo ottenuto l’innalzamento dell’età da 25 a 29 anni perchè la regolazione europea prevedeva fino a 25 anni e noi abbiamo ottenuto di innalzarla fino a 29 anni”, spiega il ministro. “Ma sappiamo che per ottenere una regolazione diversa c’è una trattativa da fare ed è ciò che stiamo facendo”. D’altro canto, “fare un passo importante sull’occupazione giovanile è l’obiettivo più importante per il nostro Paese”.