E prima che arrivino le risposte delle perizie tecniche, il Movimento Cinque Stelle punta l’indice sull’assenza di controllo del territorio: “Lo Stato in Campania ha rinunciato a proteggere il suo patrimonio – denuncia Michele Cammarano – non abbiamo neppure l’assessore alla Protezione Civile, al momento in delega al Presidente della Regione e che vorremmo fosse ripristinato.
Al contempo la Campania è piena di società partecipate, poltronifici come l’Arcadis (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo in Campania ora in liquidazione) che ci prosciugano di risorse economiche e non svolgono alcuna funzione di tutela, tantomeno di programmazione.
Fa rabbia questo abbandono -prosegue – Fa rabbia soprattutto scoprire, di fronte ad un’estate di disastri ambientali, che la Regione Campania abbia rinunciato ad attingere ai bandi previsti dal Psr – Piano di Sviluppo Rurale – ben due previsti dalle misure 8.3.1 e 8.4.1 destinate a finanziare interventi di presidio, monitoraggio e riqualificazione delle aree boschive.
Eppure l’Unione Europea cita nel Psr la parola incendio circa 117 volte! Ma la Giunta non ha ritenuto urgente attivare queste risorse e ancora una volta i soldi ci sarebbero stati ma non c’è stata la capacità di amministrare.
Il nostro governatore si vanta di presiedere la regione più ambientalista d’Italia, come lui stesso l’ha definita, ma a queste condizioni non lo sarà ancora per molto: siamo condannati dall’immobilismo di questa classe dirigente, che non è in grado di offrire una pianificazione di interventi reali di fronte alla disgregazione del nostro territorio, aggredito da più parti in assenza dello Stato”.
Accompagnato da un biologo, il consigliere si recherà sui luoghi colpiti e nei prossimi giorni presenterà un’interrogazione sul caso. “Sono andati in fumo 15 ettari di canneto e 5 di bosco, di una delle più importanti riserve italiane del Wwf, che si trova nella parte alta della Piana del Sele, tra i Comuni di Serre e Campagna, in provincia di Salerno.
I fuochi dolosi di questa tragica estate non hanno risparmiato neppure questo angolo di paradiso, che si trova all’interno di un sito d’importanza comunitaria. Si tratta di un’area di 110 ettari, una zona a protezione speciale, in cui è riuscita a sopravvivere la lontra, mammifero ormai a rischio in Italia.
L’ennesimo colpo per un territorio che a luglio aveva già assistito all’incendio che aveva avvolto l’oasi degli Astroni del WWF. Intanto l’importantissimo lavoro dei volontari, che continuano a portare soccorso e cibo agli animali che non hanno più una casa, sopperisce al vuoto di gestione. Ed è tutto da fare”.