Partirà quindi il Polo unico delle visite fiscali, anche se il quadro normativo non è ancora completato e in alcune aree territoriali i medici convenzionati sono insufficienti e in altre, invece, risultano sovrabbondanti.
L’Inps si occuperà anche delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici, è una questione di giorni. Il primo settembre si formalizzerà il passaggio di consegne dalle Asl, finora attive nella Pubblica amministrazione, all’istituto con la creazione di un Polo unico della medicina fiscale così come previsto dalla riforma Madia.
La decisione di affidare all’Inps la competenza «esclusiva» sugli accertamenti era maturata all’indomani del famigerato capodanno dei Vigili romani. Era la notte a cavallo tra il 2014 e il 2015 e subito scoppiò la polemica sull’assenteismo di massa: si registrarono l’83,5% di assenze dell’ultima ora. Le motivazioni? Malattia e donazione del sangue. Ora si parte ma l’Inps non manca di sottolineare alcune criticità, lamentando come in alcune aree territoriali la carenza di medici disponibili appare particolarmente «rilevante».
In pratica i medici verranno incentivati a svolgere il maggior numero di visite: ci sarà uno stipendio base a cui si aggiungerà una «maggiorazione», ossia un aumento del compenso, a seconda del numero di visite domiciliari e ambulatoriali svolte mensilmente. Aumentando il numero di accertamenti migliorerà – sostiene il ministero – anche la loro distribuzione.
In ballo ci sono anche le fasce orarie di reperibilità. In questa prima fase nella dovrebbe essere modificato: sette ore per la Pa (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18) e quattro per i privati (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19).
Fonte Il Mattino oggi in edicola