GLI AVENTI DIRITTO. Il ReI viene riconosciuto ai nuclei familiari che rispondano a determinati requisiti relativi alla situazione economica. In particolare, il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’Isee, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. In prima applicazione sono prioritariamente ammessi al Rei i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni.
LE CIFRE. Sono complessivamente quasi 1,8 milioni, di cui 700 mila minori, le persone potenzialmente coperte dal Reddito di inclusione. La dimensione media del nucleo familiare è pari a poco più di 3,5 componenti.
È quanto si legge nelle slide aggiornate del ministero del Lavoro. Tenuto conto dei redditi posseduti e di altre prestazioni economiche di ammontare superiore al Rei (esclusa l’indennità di accompagnamento), i nuclei familiari beneficiari potenziali della misura, in sede di prima applicazione, sono circa 500 mila, di cui 420 mila con minori.
I beneficiari sono inizialmente individuati tra: i nuclei con almeno un figlio minorenne, nuclei con un figlio con disabilità (anche se maggiorenne), nuclei con una donna in stato di gravidanza, nuclei con una persona di 55 anni o più in condizione di disoccupazione (a seguito di licenziamento, ecc.).