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Salernitana, la parola d’ordine è ‘ricompattamento’

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“Un suicidio collettivo” è un’esilarante commedia di Peppino De Filippo. Qualcosa che ricorda vagamente quel che sta accadendo nell’ambiente sportivo salernitano in queste ore. Il triplice fischio alle operazioni di calcio-mercato hanno tolto il coperchio al Vaso di Pandora e tutti i malesseri sono venuti fuori, causando un clima da tutti contro tutti che non giova a nessuno, che soprattutto non giova alla Salernitana che, lunedì è attesa da una partita tutt’altro che facile e che corre il rischio di giocare contro gli avversari in campo, contro i contestatori sugli spalti, contro qualche opinionista da social e la conseguente, inevitabile paura di sbagliare.

Il piano di ridimensionamento sbandierato dalla società ad inizio stagione si è tradotto in un flop della campagna abbonamenti così come la campagna di rafforzamento si è conclusa senza botto. Siamo di fronte ad una squadra che dalla A alla Z è una scommessa sta al mister trasformarla in certezza, motivando il gruppo, tirando fuori il meglio dai giocatori che ha a disposizione. Un po’ come accade a Pescara con Zeman o in tante altre piazze. E’ vero non c’è Coda ma è vero anche che lì davanti Bocalon, Rossi, Rodriguez, Sprocati, Alex, Kadi, Gatto, Rosina, Di Roberto e Orlando non sono da buttare.

Meno opinioni e più determinazione, meno chiacchiere più fatti. La Salernitana, rispetto alla passata stagione può almeno vantare una rosa ampia con alternative in tutti i reparti. Accanirsi contro tizio, caio o sempronio non ha senso in questa fase. Il calcio è passione per chi lo segue, ma professione per chi lo pratica. Facile rompere tutto. Ora che il mercato è concluso lasciamoli lavorare in un ambiente un pizzico più sereno ed entusiasta. La parola d’ordine dev’essere: ricompattare, nel nome della bandiera, perché – come dicono sempre i tifosi – gli uomini passano, la Salernitana resta.

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