A gettare nella tragedia la famiglia di Anna un problema di ‘atonia post partum’: una situazione ben nota ai sanitari che hanno seguito il parto cesareo in quanto anche la sorella di Anna ne aveva sofferto.
Dopo il parto di una bella e florida bambina di 3,570 Kg, avvenuto lo scorso giovedì mattina, sembrava tutto procedere al meglio. Tanto più che la gravidanza era stata senza intoppi.
Le prime avvisaglie della tragedia un’ ora dopo il rientro dalla sala parto. Si deve tornare in sala operatoria per bloccare un’emorragia con intervento di legatura delle arterie. E’ insufficiente. Si procede all’asportazione dell’utero. Nel pomeriggio la situazione continua a precipitare nonostante vengano effettuate varie trasfusioni di sangue.
Alla fine 21 sacche nel vano tentativo di salvarla. La donna accusa anche episodi di arresto cardiaco. Venerdì mattina si decide di eseguire una Angiotac (Tac con contrasto) che conferma le perdite di sangue e dall’ospedale San Paolo dove è ricoverata, viene trasferita al ‘Vecchio Pellegrini’ per eseguire una angiografia.
Tutto inutile. Anna entra in coma. Nella notte di venerdì primo settembre i sanitari del San Paolo, dove era rientrata, ne constatano la morte. Al momento i familiari escludono di voler sporgere denuncia. Ritengono che sia il medico che aveva in cura Anna, sia i sanitari che l’hanno assistita si sono prodigati per salvarla.
La direzione sanitaria del San Paolo, dal proprio canto, ha fatto sapere che si è trattato di “una sindrome clinica che può intervenire come qualsiasi altra complicanza, comporta emorragie e non dipende da errore umano”.
La cerimonia funebre, che si è svolta nel pomeriggio, è stata celebrata nella chiesa dell’Assunta a Monte di Procida da don Domenico Murgo, il sacerdote che aveva celebrato le nozze di Anna con il marito Marco Pugliese. La salma sarà inumata a Napoli nel cimitero di Ponticelli, il quartiere d’origine della giovane mamma.
Anna Riccio si era trasferita a Monte di Procida da circa sette anni, appena convolata a nozze con Marco, di una famiglia con profonde radici nel comune flegreo. L’unione allietata dalla nascita del primogenito e dai preparativi per l’arrivo della secondogenita, era proceduta secondo gli auspici.
La coppia ben integrata a Monte di Procida era benvoluta: entrambi con lavoro; Marco si occupa con uno dei fratelli, dell’ attività di famiglia, la gestione di un negozio di mobili, Anna svolgeva l’attività di estetista.