La donna – come riferisce Il Mattino – dopo il parto cesareo eseguito presso l’ospedale San Paolo di Fuorigrotta, è deceduta durante il ricovero presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale Pellegrini, dove era stata trasferita per eseguire ulteriori procedure cliniche rese necessarie dall’aggravarsi delle sue condizioni.
Quello che è accaduto nelle ore che hanno preceduto e provocato la morte della 30enne potrebbe essere una tragica complicanza che nessun intervento umano avrebbe potuto scongiurare ed è esattamente questa la tesi sostenuta dalla direzione ospedaliera del San Paolo.
Una cosa è certa, Anna godeva di ottima salute, era giovane, bella e tutti gli esami eseguiti per l’intervento programmato col ginecologo di fiducia erano nella norma.
Anna aveva già partorito il suo primo figlio con un parto cesareo e la sua seconda gravidanza era stata tranquilla e senza particolari preoccupazioni. A seguirla in entrambi i casi, è stato proprio il medico che l’ha operata per due volte il 31 agosto, un professionista stimato da tutta la famiglia.
Una manciata di minuti prima delle 11 del mattino, la donna ha dato alla luce la bimba di 3.570 Kg florida e vivace ma dopo averla abbracciata ed essere tornata nella propria stanza, seppure ancora sotto effetto della sedazione, Anna ha cominciato a lamentarsi e avvertire dolore.
I medici che hanno seguito Anna, precisano che si tratta di una «sindrome clinica che può intervenire come qualsiasi altra complicanza, comporta emorragie e non dipende da errore umano».
Sulla morte di Anna non ci sono indagini e, per ora, non è stata depositata alcuna denuncia.