Un mandato formale non è ancora stato dato all’Avvocatura dello Stato, ma informalmente è già stato avviato l’esame del dossier per impugnare la norma di fronte al Tar del Veneto.
Il principio cardine su cui farà leva l’impugnazione è che sebbene la sanità sia una materia in gran parte concorrente, cioè di competenza sia delle Regioni che dello Stato, la salvaguardia della salute è invece una competenza esclusivamente statale e quindi non è possibile che ci siano trattamenti e regole diversi a seconda degli orientamenti regionali.
“Ho dato mandato di perseguire tutte le azioni contro la decisione della Regione Veneto che è totalmente irragionevole – ha spiegato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin -.
La legge sull’obbligo vaccinale è nazionale. Il Veneto è nello Stato italiano e deve rispettare la legge. Dunque – ha sottolineato – invito il presidente Zaia e il direttore Mantoan a rivedere la loro posizione alla luce dei dati epidemiologici e per la sicurezza delle famiglie”. Un auspicio arriva anche dal ministro all’Istruzione Valeria Fedeli: “Vorrei tanto che la Lombardia e il Veneto stessero con noi perché quello dei vaccini è un tema che riguarda il Paese e non ci si può differenziare”.
Anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, definisce la decisione del Veneto “totalmente incomprensibile” e la Regione Emilia Romagna, che per prima aveva introdotto l’obbligo vaccinale per gli asili, attacca il decreto sulla moratoria. Da parte sua, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ribatte che Lorenzin sta “minacciando la migliore sanità italiana” e che “l’obbligo crea abbandono vaccinale e non più vaccinazioni”, mentre il direttore generale della sanità regionale Domenico Mantoan, firmatario del decreto, afferma di avere solo “applicato la legge”.
Critiche anche da esponenti Pd, che definiscono lo scontro tra Zaia e governo “irresponsabile” e “pericoloso”. Intanto, la Lombardia ha deciso: niente proroga di 40 giorni per i bimbi non vaccinati che frequentano gli asili, come precedentemente annunciato. In questo caso, i piccoli saranno allontanati da nidi e scuole di infanzia se i genitori non avranno presentato entro l’11 settembre la documentazione richiesta.
I bambini allontanati potranno però accedere a un ‘Percorso formale di recupero dell’inadempimento’ che, in 40 giorni, consentirà loro di mettersi in regola e riprendere la frequenza, e’ scritto in una lettera che l’assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera, ha inviato ai ministri Lorenzin e Fedeli, annunciando la firma di un decreto. Anche il sindaco di Roma Virginia Raggi ha scritto una lettera alla scuole comunali indirizzata ai genitori con le indicazioni della normativa.
Fonte ANSA