Equilibrio: è questa la parola d’ordine in casa granata in questo avvio di stagione, caratterizzato da una sorta di ottovolante dal punto di vista difensivo. Sul banco degli imputati non è finito Radunovic (sostanzialmente incolpevole, sebbene abbia subito un gol ogni due tiri in porta tentati dagli umbri) né tantomeno il pacchetto arretrato. A non convincere è l’atteggiamento complessivo della squadra granata in fase di non possesso. Della Rocca non è propriamente un mastino e non sempre riesce a far da scudo davanti alla difesa, gli interni non hanno garantito filtro e gli esterni d’attacco hanno spesso lasciato i terzini da soli ad affrontare in uno contro uno gli avversari. Quello della Salernitana, dunque, è in questo momento un problema complessivo nell’affrontare la fase difensiva.
Se davanti le cose non stanno andando affatto male (8 i gol messi a segno nelle 4 gare ufficiali dai granata), è chiaro che in questi giorni che precedono la trasferta di Carpi l’attenzione dello staff tecnico si concentrerà sulla fase di non possesso e sulla difesa sui calci piazzati (vecchio tallone d’Achille).
Eppure, la difesa è in buona sostanza il reparto che ha cambiato il minor numero di interpreti (nell’undici titolare l’unica novità è Pucino, preferito in questo avvio di stagione a Perico, e in panchina di “nuovo” c’è il solo Asmah) e, di conseguenza, i giocatori già dovrebbero conoscere i “desiderata” del tecnico. Ma è altrettanto vero che in estate la Salernitana ha cercato qualche altro rinforzo al centro (era arrivato Adejo, che non era propriamente la prima scelta e che si è rivelato una delusione, al punto che è stato lasciato libero prima del via). Insomma, il reparto che poteva fornire le maggiori garanzie e che poteva essere più avanti in termini di apprendimento, dovrà invece sottoporsi probabilmente a degli straordinari.