Il primo contributo arriva dal Caseificio Barlotti. I fratelli Raffaele, Enzo e Gaetano, alla guida dell’azienda hanno deciso di finanziare i costi per un’intera fronte del tempio: “Siamo onorati di poter dare il via al restauro di uno dei simboli più rappresentativi della nostra città antica” – hanno commentato.
“Prosegue con successo l’opera di tutela e di conservazione accanto alle efficaci iniziative di promozione e valorizzazione dell’area archeologica e del Museo di Paestum” – afferma Alfonso Andria – consigliere di Amministrazione del Pae. “Ed è incoraggiante registrare una crescente attenzione da parte dell’imprenditoria locale a sostegno di un programma di interventi e sulla base di alcuni importanti risultati già conseguiti”.
I problemi da affrontare sono vari, come spiega il direttore: “Da un lato dobbiamo combattere il cosiddetto biodegrado, ovvero la crescita di piante sulle pietre che, con le loro radici, minacciano il monumento. Visto che parliamo di un tempio conservato fino al punto più alto del frontone, non è facile arrivare in tutti i punti – ci vuole un braccio mobile, e i costi sono alti. Inoltre c’è una peculiarità che già nel ‘700 aveva suscitato le critiche di Gianbattista Piranesi: l’uso di due tipi di pietra, travertino e arenaria. L’arenaria, usata nel fregio che corre sopra le colonne, è molto friabile e tende a polverizzarsi, mettendo a rischio l’intera struttura. I restauratori devono intervenire per stabilizzarla.”
Il progetto, caricato sul portale Artbonus introdotto dal ministro Franceschini per incentivare donazioni per i beni culturali, prevede sgravi fiscali fino al 65%: http://artbonus.gov.it/2016-5-
Nell’anno scorso, il Parco Archeologico ha raccolto 80mila Euro tra donazioni e sponsorizzazioni.
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