Ha tremato anche l’Angelo dell’indipendenza, lo storico monumento che si trova sul ‘Paseo de la Reforma’ nella Capitale, della quale è uno dei simboli. La colonna, che è stata eretta nel 1910, è crollata durante il terremoto del 1957. Il governo messicano ha reso noto che le scuole nella Capitale, Città del Messico, oggi rimarranno chiuse “per poter precedere ad una revisione delle infrastrutture”.
L’epicentro del terremoto è stato individuato sotto l’oceano Pacifico, 87 km a sudovest di Pijijiapan, a una profondità di 69,7 km. Il forte sisma è stato seguito da altre sei scosse di magnitudo tra 4,4 e 5,7. Lo Us Geological Survey ha diramato un allerta tsunami che dalla costa occidentale del Messico interessa poi Ecuador, Nicaragua, Panama, Guatemala, Honduras, El Salvador e Costa Rica. Il rischio è considerato alto per le prossime tre ore. Secondo l’agenzia, la scossa è in grado di causare onde alte fino a tre metri.
La potenza della scossa è stata tale da far tremare anche i palazzi della Capitale, distante dall’epicentro quasi mille chilometri, provocando fughe di massa nelle strade. Le sirene degli allarmi hanno suonato, in alcuni quartieri di Città del Messico è andata via la corrente elettrica e migliaia di persone hanno lasciato le abitazioni. L’agenzia della protezione civile ha reso noto che si tratta del terrremoto più violento dopo quello che nel 1985 provocò migliaia di vittime.
Sulla città pochi minuti dopo l’allarme hanno cominciato a volare elicotteri della protezione civile per verificare che non vi fossero stati crolli. La compagnia petrolifera statale, Pemex, ha annunciato l’avvio di verifiche sugli impianti, in particolare sulla raffineria di Salina Cruz che si trova nella regione dell’epicentro. Le autorità del Salvador hanno messo in preallarme le comunità locali per un’eventuale evacuazione della popolazione dalle zone costiere.
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