La mostra, curata da Massimo Bignardi, direttore del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, ricostruisce in un tracciato antologico, attraverso oltre quaranta opere tra ceramiche e bassorilievi in acciaio, esperienze condotte da Giuseppe Di Muro dai primi anni del Duemila ad oggi: sono vasi, sculture fittili, grandi lastre disegnate con il laser che testimoniano la sua capacità di rapportarsi alla materia attraverso pratiche antiche, recuperando la vitalità di segni e di forme arcaiche.
“Con la mostra dedicata al maestro Giuseppe Di Muro – afferma il sindaco di Baronissi Gianfranco Valiante – riparte una nuova stagione espositiva del Museo-FRaC: una realtà culturale anno dopo anno sempre in crescita, risposta alla crescente domanda di partecipazione democratica al dibattito culturale, segnato in area campana dalle nuove emergenze artistiche e, al contempo, con la ricostruzione di pagine significative della sua storia.
Il programma della nuova stagione 2017-2018 si profila intenso, proiettato, almeno nella prima parte, a documentare le realtà creative presenti in area salernitana e ben riconosciute al di là del territorio regionale: a tal proposito penso alla mostra dedicata alle incisioni di Francesca Poto che ha riscontrato ampio consenso nel ciclo di mostre ospitato in Corea, ai dipinti di Mary Cinque di recente esposti a Colonia e a quelli di Eliana Petrizzi.
Chiuderà il 2017, la grande mostra dedicata ad aspetti e personalità del dibattito artistico a Napoli tra il 1960 e il 1967. La mostra dedicata alle opere di Di Muro testimonia l’attenzione alla ceramica contemporanea compendiando la tradizione con l’attualità”.
“L’arcaico – scrive Bignardi nel testo introduttivo al catalogo edito da Gutenberg Edizioni – segna il confine tra il mondo del mito e quello nel quale l’uomo si affida al pensiero. Un limen sul quale da anni si muove l’esperienza creativa di Giuseppe Di Muro: non direi un confine, quanto un luogo che si dilata al di qua e al di là del tempo che le forme, le figure, il racconto riassumono nella nostra fantasia.
La scelta operata dall’artista, già dai lavori dei primi anni del nuovo millennio non lascia dubbi. Sceglie la ceramica come medium per riprendere un personale dialogo con l’arcaico, con le forme, le figure che abitano il mondo mitologico e fantastico del Mediterraneo, spingendosi fino a Land end, la terra estrema che separava la vita delle cose dall’immaginario.
Come voce narrante Di Muro riassume la labile traccia che dall’arcaico giunge alla contemporaneità, allineando in questa mostra i temi centrali della sua poetica: lacittà, la figura, le immagini tratte dal fantastico».
La mostra resterà aperta fino a domenica 15 ottobre.
Giuseppe Di Muro (1957). Laureato in architettura, è da anni impegnato in una personale ricerca artistica. Nella primavera del 2006 tiene la personale “Le Città Invisibili” patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, allestita a Villa Rufolo, Ravello (Sa) e curata da Massimo Bignardi. Tra le mostre più recenti si segnalano le personali “Zoomorfismi”, tenuta nel 2009 presso l’Associazione Culturale Marocchino Arte Contemporanea di Bitonto (BA) e “Figure di Bosch” a Terlizzi (BA).
Dello stesso anno è l’invito a partecipare alla mostra collettiva “Persistenze sul confine dell’immagine. Ripensando ad Andrea Pazienza”, organizzata con il patrocinio della Provincia di Foggia e il comune di San Severo presso il Museo dell’Alto Tavoliere delle Puglie.
Nel 2010 partecipa con l’installazione Allegorie alla rassegna d’arte contemporanea “San Galgano Square” promossa dalla cattedra di Storia dell’arte contemporanea dell’Università di Siena. Dello stesso anno è la mostra personale “Eros e Thanatos. Ceramiche di Giuseppe di Muro” presentata da Pasquale Ruocco nell’ambito della sesta edizione della rassegna del contemporaneo Aperto’10, Minori (SA).
Nel 2010 e il 2011 partecipa alla mostra “Oleum. Tracce nei linguaggi del contemporaneo” allestita a Bitonto e curata da Massimo Bignardi ed è invitato al Padiglione Italiano / la Campania, della 54a Biennale di Venezia, curato da Vittorio Sgarbi, allestito presso l’Ex Tabacchificio Centola.
Dello stesso anno è la personale presso il Museo Civico di Cetara in Costiera Amalfitana dal titolo “Alice …” ed è presente alla mostra “Arte in Città – Sculture, installazioni, ceramiche nel cuore di Baronissi” promossa dal FRaC Baronissi. Nel 2015 partecipa alla mostra “Il Senso della Forma. Prospettive del Design Ceramico”, tenutasi presso Fës Show Room di Minori dal 2 al 30 settembre 2015.
Nel 2016 è invitato alla V edizione “Flos Carmeli 2016 Tavolo d’artista” allestita al Castello Aragonese di Agropoli e alla mostra “Le Stanze del Museo”, ospitata presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno. Del 2017 è l’invito alla mostra “Migratori&Migranti”, promossa dal FRaC Baronissi e ad “Interni/Interior” promossa ed ospitata dalla Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna” di Bitonto.
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