Prova di maturtià per Bollini: ora deve dimostrare quanto vale

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Non tutti i mali vengono per nuocere. Alberto Bollini si trova in questo momento al centro della tempesta perfetta. Finora coccolato ed allevato dalla casa madre Lazio, deresponsabilizzato quando era il secondo di Reja, giustificato a Lecce alla sua prima fallimentare esperienza, compreso lo scorso anno quando fu catapultato a Salerno per subentrare a Sannino con tutte le attenuanti del caso oggi, più che mai, Bollini deve dimostrare di saper camminare da solo nel mondo del calcio sganciandosi dalla teoria e dimostrando come si vien fuori dai momenti difficili.

Oggi deve dimostrare di essere all’altezza del ruolo

Cosa farà sabato Alberto da Poggio Rusco. Obbedirà ai diktat dal patron cambiando modulo oppure andrà avanti con il 4-3-3 mettendo in conto tutti i rischi a cui va incontro. La bravura di Bollini sta anche nel creare un rapporto speciale in questa fase con il gruppo. Nel fare quadrato sfruttando le risorse migliori che ha a disposizone. E’ il momento della verità per Alberto Bollini messo in discussione da se stesso con improvvide dichiarazioni alla vigilia dell’inizio del campionato. Il dipendente che si ribella alla linea e getta ombre sulla proprietà la proprietà che mette in discussione il dipendente dopo appena tre giornate di campionato senza dimenticare l’eliminazione dalla Coppa Italia.

In una intervista a La Città Angelo Fabiani ha fatto non uno ma almeno due passi indietro per riportare la calma dentro e fuori la Salernitana . «Colgo l’occasione anche per ripristinare un po’ di ordine dopo un’intervista rilasciata a una nota emittente. Nel mio intervento – dice Fabiani a La Città – non si metteva in discussione o si davano i famosi sette giorni all’allenatore. Se la società deve prendere un provvedimento lo fa nell’immediato e da questo punto di vista non si è voluto mettere sotto accusa l’operato di Bollini.

Il mio intervento, se lo si ascolta attentamente, è legato al fatto che in organico abbiamo giocatori importanti ed in queste tre partite abbiamo raccolto meno rispetto a quello che ci si poteva aspettare. Nel calcio ci sta tutto ma è altrettanto vero che non bisogna cullarsi sugli applausi dei tifosi. Questo però non basta perché dovevamo raccogliere di più. Era un monito a tutto l’ambiente e quindi anche allo staff tecnico, piaccia o non piaccia.

La proprietà quest’anno ha investito, contrariamente a quanto sento dire, quindi chi lavora a Salerno deve comprendere l’importanza di questa piazza e noi tesserati siamo al servizio della Salernitana, non il contrario. Se non si ha l’umiltà necessaria non si vada nessuna parte, altrimenti si faranno delle valutazioni a trecentosessanta gradi».

E sul modulo aggiunge: «Non devo essere io a stabilire il modulo più adatto a questa squadra. Nella mia carriera mi sono sempre limitato ad osservare ma le scelte del tecnico non sono sotto accusa, le partite le puoi vincere e le puoi perdere con tutti i moduli. Io ho una società rappresentata da Lotito e Mezzaroma che allenano Fabiani il quale a sua volta allena il tecnico. Io devo portare dei risultati alla proprietà, i calciatori devono soddisfare l’allenatore e così via, non c’è nulla di strano. Se mi arrabbio è perché voglio il massimo». Questo il pensiero di Fabiani. Ora tocca a Bollini fare meno chiacchiere e più fatti.

2 Commenti

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  • ma chi lo ha voluto sulla panchina salernitana? La mediocrità dell’allenatore è testimoniata dal curriculum, ma fino a due settimane fa sulla testa di Bollini non c’era una nuvola. Ora copatron, Fabiani e la parte allineata della stampa lo crocifiggono. Alla dirigenza non sono bastate le 3 partite dello scorso anno per capire che il tecnico era inadeguato? Io penso semplicemente che allenatori e calciatori mediocri abbiano meno colpe di proprietari assenti e dirigenti maneggioni. Le critiche a Bollini sono un’autobocciatura

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