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Vale la penna di_versar (Parole, vino e libertà)

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Non molto distante dalla stazione, c’è un quartiere, un paese quasi fantastico, un microcosmo di odori, persone e personaggi non fiabeschi, case grandi quanto un telo di mare.
Uomini innamorati per godere di una carezza,
donne dalle unghie lunghe e calze nere, sfilate.
Calze d’agosto per sedurre un pensiero lontano di lenzuola di seta e tralci gravidi già di vino.
Lei è lì.
Al centro di tutto, anche se nel suo angolo d’oblio. Un arredo di buste, borsoni, cuscini e quel che resta di una carrozzina: due ruote ed una mancanza.
Indossa una veste azzurra come quelle bambole consumate nel gioco, poi abbandonate senza traccia di sospiri.
Le gambe aperte, nessun richiamo di malizia o chissà …
Ha un paio di calzini bianchi, come il fiore che indossa tra i capelli
Ha dieci anni o forse cento?
Lidia non si chiede.
Le passa accanto, la borsa stretta al petto ed i passi veloci. Per sfuggire a quell’odore acre di piscio e solitudine.
Poi si ferma, indietreggia. Sarà il colore della veste o il calzini bianchi nonostante il caldo infernale.
Sarà quel ricordo che le fa male. Si china sulla signora, stordisce quel l’odore di pace e di morte.
Vacilla.
– Ha sete?
E senza ascoltare le porge una bottiglia, due bicchieri di plastica.
Poi fugge. Non sa ancora restare e tenere quel che è con quello che non va.
Si volta.
Lei non beve, ha posato la bottiglia d’acqua e gioca coi bicchieri. Li mette in fila o l uno sull altro e li lascia cadere.
La vede sorridere o forse è solo una illusione.
Chiude gli occhi, li riapre: la veste azzurra ed i calzini e, in un batter di ciglia, dieci anni di età.

 

 

Fatima Mutarelli

Mail: valelapennasi@gmail.com
Fb: Fatima Mutarelli (ragazza alla finestra)

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