L’obiettivo principale dell’accordo è di rafforzare il coordinamento investigativo per poter contrastare più efficacemente il fenomeno dell’evasione fiscale, con particolare riguardo ai fatti di maggiore pericolosità ed allarme sociale, come le frodi transnazionali, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, il conseguente riciclaggio di proventi illeciti derivanti dall’evasione; sono infatti previsti momenti di specifico confronto operativo tra la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, con il coordinamento della Procura, nei casi in cui emergano fattispecie di maggiore pericolosità criminale.
L’intesa impegna le parti a semplificare e accelerare i flussi di comunicazione reciproci, per dare la possibilità alla Procura di assumere con tempestività la direzione delle indagini. Il protocollo prevede però anche una serie di adempimenti procedurali, come quelli relativi alla tassazione, in tempi rapidi, dei proventi illeciti derivanti da qualsivoglia attività criminale e l’indeducibilità fiscale dei cosiddetti “costì da reato”; si tratta di strumenti che mirano a rendere sempre meno vantaggiosa, anche sotto il profilo tributario, la commissione di illeciti penali di natura economico-finanziaria.
L’accordo potenzia inoltre gli accertamenti. economico-patrimoniali finalizzati a individuare i beni nella disponibilità, anche di fatto, degli evasori, al fine di procedere al loro rapido sequestro e alla definitiva confisca, e a risalire alle modalità di reimpiego delle risorse finanziarie accumulate con l’evasione fiscale.