Lea (Livelli di assistenza), attuazione del Piano ospedaliero, decollo dei servizi integrati territoriale per fare filtro e sbarrare il passo agli accessi impropri in pronto soccorso e mettere fine alla piaga delle barelle nelle corsie dei reparti di emergenza. Ma anche corruzione e sanità, medicina difensiva, governo clinico e le nuove leggi sulla responsabilità professionale dei medici i temi da affrontare alla vigilia della delicata tornata sui tavoli romani che vede la Campania alla verifica degli adempimenti sui Lea e il Piano di rientro il prossimo 28 settembre a Roma.
“Agli operatori non sfugge il fatto che Piano ospedaliero regionale e il Piano territoriale, approvati nell’ultimo anno dalla Regione – avverte Genny Volpe – sono le due colonne destinate a reggere per i prossimi lustri la tenuta e l’assetto della Sanità campana. Pilastri destinati anche a cambiare il volto del sistema salute campano con un grosso lavoro da fare per il definitivo decollo dei servizi distrettuali concepiti per rappresentare il primo livello di cure integrato sul territorio in cui dare risposte a molti dei bisogni di salute della popolazione che oggi affluiscono impropriamente nei pronto soccorso”.
“Siamo impegnati ad accompagnare le riforme regionali e nazionali del servizio sanitario – aggiunge Matarazzo – sia per integrare l’assistenza in ospedale con quella del territorio sia per incidere sugli aspetti legati al rischio clinico, alla responsabilità professionale dei medici, alle disuguaglianze sociali con il rischio che le nuove povertà possano generare una ridotta accessibilità ai servizi sanitari con pagando un presso altissimo in termini di mortalità evitabile che vede oggi la Campania svantaggiata rispetto ad altre realtà regionali del centro e del Nord. Ci auguriamo che il confronto possa inaugurare anche una nuova stagione di rapporti e di collaborazione tra il governo della Sanità regionale e quello della sanità nazionale”.
“Occorre dare più linfa al territorio – aggiunge Volpe – investire in risorse e strutture, in edilizia e tecnologie per svecchiare un anello della catena delle cure la cui debolezza influenza tutti gli altri settori dell’assistenza provocando una inappropriatezza di sistema. Quando si parla di territorio si parla soprattutto di continuità delle cure all’atto delle dimissioni di un paziente finito in ospedale per malattie acute”.
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