In questo quadro di eccellenza e prosperità si inserisce alla perfezione la leggendaria storia della creazione della sfogliatella Santarosa, il frutto della passione e dell’ispirazione opulenta delle suore dell’omonimo monastero che si affaccia a strapiombo sul mare di Conca dei Marini.
Un dolce che profuma di storia e territorio, al quale la Storica Pasticceria Pansa di Amalfi in questi anni ha voluto legare il suo nome in maniera netta e indissolubile.
Un’empatia che è cresciuta negli anni attraverso una serie di iniziative legate al mondo della comunicazione e mirate alla volontà precisa di far conoscere al mondo le proprietà straordinarie e le caratteristiche uniche di questo dolce simbolo della tradizione partenopea.
Un percorso virtuoso che ha visto la sua ultima dolce tappa ad agosto con la partecipazione diretta della famiglia Pansa nella gestione del Santarosa Pastry Cup, un evento di livello nazionale ispirato proprio alla sfogliatella di Conca dei Marini, al quale hanno presenziato alcuni dei migliori interpreti della pasticceria italiana.
Ed è proprio per suggellare questa partecipazione diretta nella gestione del SPC che nasce l’idea di riportare alla luce la versione originaria della sfogliatella Santarosa, di riproporre al palato dei tanti gourmand che frequentano la Costiera Amalfitana quel “dolce progetto” che le suore concepirono nel Settecento, quasi per caso, cercando di ottimizzare tutte le risorse che avevano a disposizione tra la dispensa e gli agrumeti del monastero.
«Dopo mesi di confronto e analisi di vecchie ricette tramandatesi per generazioni tra nuclei familiari storici di Conca dei Marini – spiega Nicola Pansa, responsabile della comunicazione della Pasticceria – finalmente siamo giunti alla giusta sintesi di gusto e tradizione presentando quella che per ovvi motivi amiamo definire la Santarosa del Monastero.
Ed è stato stimolante oltre che sinceramente divertente per noi ritornare indietro di circa 400 anni, pensare a una frolla esterna assemblata rigorosamente con sugna in luogo del burro e senza l’apporto delle uova, come imponevano gli usi e le tradizioni del tempo.
E’ gratificante poter raccontare agli appassionati cultori della pasticceria tradizionale campana come questo dolce, appena accomodatosi in vetrina accanto alla versione ai più conosciuta della Santarosa con la pasta sfoglia, fosse in realtà il primo anello che ha dato origine a questa fantastica catena di dolcezza».
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