Tornato da Strasburgo sull’onda dei sondaggi favorevoli, porta la SPD al punto più basso. Il suo tentativo fallisce a fronte di un bilancio governativo deludente. I socialdemocratici sono apparsi accondiscendenti dei democristiani riguardo ai temi economici.
La Germania ha un enorme avanzo commerciale sull’estero e modeste realizzazioni sul fronte del benessere interno. La grande coalizione non ci sarà più, la SPD va all’opposizione. Il che rende difficile il compito di Merkel nel creare una maggioranza di governo. Forse con i Verdi o con i Liberali o tutti assieme.
Inquieta il risultato dell’AfD, il partito di destra con tinte estreme, che profitta, per converso, dell’apertura di Merkel riguardo alle migrazioni. La stampa israeliana è la prima a tuonare sul fatto che per la prima volta nel Bundestag si ascolteranno voci neo-naziste. L’allarme è forse prematuro ma ha una sua ragione d’essere specie se si considera la fonte, la meglio accreditata a tenere alta la guardia circa qualsiasi deriva nazi-fascista in Europa.
Prepariamoci dunque ad un nuovo mandato di Angela Merkel, la donna più potente al mondo dopo che Hillary Clinton perse la partita con Donald Trump. Ora si farà carico del rilancio d’Europa oltre che del benessere di Germania? Questa è la domanda cruciale che si pongono le cancellerie europee.
Ed infatti Donald Tusk, il Presidente del Consiglio europeo, organizza un pranzo di lavoro a Tallinn dove i Ventisette si vedranno per parlare di digitalizzazione e dei seguiti delle elezioni tedesche. In cantiere starebbe il piano di rilancio dell’Unione a firma Macron – Merkel: un misto di intergovernativo e di vecchio comunitario.
Questo almeno vorrebbero le indiscrezioni di fonte francese. Come l’Italia e gli altri stati membri si porranno rispetto al grande tema dell’Unione senza il Regno Unito, sarà oggetto di dibattito diffuso. Auspichiamo che questo avvenga pure in Italia, invece di attardarci nelle vicende di bottega.
Una lezione viene dalla Germania, quale che possa essere il nostro giudizio sul voto: le elezioni in un grande paese si giocano anche se non soprattutto sulle interazioni con l’estero.
Come ultimo atto da Presidente USA, Barack Obama rese visita a Angela Merkel, idealmente per consegnarle il testimone della liberal-democrazia occidentale che sentiva da più parti messa in discussione. Se Angela sarà in grado di raccogliere il testimone, lo sapremo presto. Importa che nel tentativo non sia lasciata sola.
di Cosimo Risi
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