La Provincia così, nell’attesa della decisione finale del Consiglio, andrebbe verso la terza conferma a voler vendere l’edificio dell’Archivio di Stato. E se le stime del 2016 saranno confermate anche nel nuovo “Piano 20017/2019”, il profitto stimato potrebbe essere di 16 milioni di euro. Certamente un enorme gettito di denaro che entra nelle vuote casse provinciali, ma un danno immenso alla storia ed alla cultura di Salerno e della provincia.
All’interno dell’Archivio di Stato, istituito nel 1934, sono conservati centomila pezzi di documentazione cartacea e più di mille pergamene, oltre ad una biblioteca di circa ventiquattromila volumi. Documenti che raccontano la vicissitudini delle nostre realtà partendo dalle corti ducali di Amalfi e di Nocera dei Pagani e alle corti regie di Positano e di Ravello, risalenti al XVI secolo.
Nel giugno 2017, Isabella Adinolfi aveva scritto ed invitato il Presidente Giuseppe Canfora ad “eliminare dal piano delle alienazioni l’Archivio di Salerno e a non metterlo in vendita a privati“. Nelle stesse ore poi, l’europarlamentare Cinque Stelle aveva fatto recapitare al Ministro Dario Franceschini una missiva chiedendo di “acquistare” l’edificio dell’Archivio.
«Tutte le Province d’Italia stanno andando verso il fallimento per gli effetti della Legge firmata da Graziano Del Rio e votata dal PD. Non posso però tollerare la vendita a privati del cuore della storia e della cultura di Salerno e della sua provincia – conclude l’Adinolfi – Studierò gli atti, le relazioni e quanto di utile per trovare una soluzione definitiva e ridare tranquillità a tutti i cittadini salernitani».