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Le ragioni dell’emorragia di tifo all’Arechi

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La crisi del settimo anno si snoda lungo tappe fatte di silenzi cantatori e proteste a squarciagola, per sfociare in un virgolettato perentorio, gli assenti hanno sempre torto Lotito non ha nascosto la sua delusione per il calo di prensenze all’Arechi anticipato dal flop della campagna abbonamenti. Salerno, città ingrata, secondo l’imprenditore; una piazza che somiglia tanto alla beata gioventù, quella che vuole tutto e subito, quella che non sa aspettare tempi migliori, quella che non sta accanto alla squadra.

A far scoppiare il bubbone, 4 numeri che formano una cifra, irrisoria e indicativa a detta del patron: 7465 il totale dei presenti per Salernitana-Spezia. Un dato che deve far riflettere se rapportato al debutto con la Ternana ed al calo già evidenziato contro il Pescara. 1579 gli spettatori presenti all’esordio contro gli umbri di Pochesci; 9313 quelli presenti in occasione della sfida contro il Pescara di Zeman; appena 7465 quelli che hanno applaudito i granata contro lo Spezia nel match che ha regalato alla squadra di Bollini la prima vittoria di questo campionato. In appena tre settimane c’è stata una dispersione di ben quattromila tifosi.

Il dato presenze registrato contro lo Spezia inoltre rappresenta il record negativo dell’era Lotito-Mezzaroma, per quanto concerne il campionato di serie B. il precedente dato negativo era stato registrato lo scorso anno, contro il Brescia quando gli spettatori furono appena 8120 come ricorda Le Cronache oggi in edicola. Una emorragia di tifosi che parte da lontano e che inchioda alle proprie responsabilità la dirigenza granata distante, troppo distante, dalla città e dalla tifoseria.

Scarseggiano iniziative utili ad avvicinare i più giovani alla maglia granata. Gli allenamenti sono sempre blindati, nessuna iniziativa per farsi amare da una piazza che ha ricevuto tanto ma dato altrettanto ai co-patron. Ora al settimo anno di gestione, il terzo di B, sono più i dubbi che le certezze. Al di là dei risultati la sensazione è che a Salerno stia prevalendo un sentimento peggiore della contestazione: l’indifferenza.

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