Nel testo base adottato ieri dalla Commissione ci sono anche norme particolari che riguardano le Regioni a statuto speciali e che faranno sì che anche la Svp possa partecipare al riparto proporzionale. Il Rosatellum 2.0 prevede infatti che, oltre ai partiti che superano il 3%, potranno accedere alla ripartizione dei seggi le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, che si siano “presentate esclusivamente in una regione ad autonomia speciale”, le quali “abbiano conseguito almeno il 20% per cento dei voti validi” o che abbiano eletto candidati “in almeno due collegi uninominali della circoscrizione”.
M5s, con Danilo Toninelli e Andrea Cecconi, ha contestato la legittimità della formulazione che secondo loro violerebbe i vincoli del voto dell’Aula dell’8 giugno scorso che ha accomunato il riparto dei seggi in Trentino Alto Adige al resto del territorio nazionale.
Per rispondere a tale obiezione il testo base ha subito una lieve modifica, approvata dalla commissione. Vi si afferma che queste norme non si applicano solo al Trentino Alto Adige ma a tutte le altre Regioni a statuto speciale, come il Friuli Venezia Giulia. In esse però non esistono partiti espressione di minoranze linguistiche in grado di superare il 20% dei voti nella Regione o di far eleggere due candidati nei collegi uninominali.