Si tratta di una vicenda che seguo dagli albori con i Giovani Democratici della nostra provincia, dialogando con le istituzioni alla ricerca di una soluzione positiva che parte da una posizione chiara.
Il palazzo dell’Archivio non va venduto e il suo valore non è suscettibile di quantificazione pecuniaria. Oltre ventiquattromila volumi, mille pergamene, centomila documenti.
Tra questi anche gli atti del Collegio medico salernitano. E poi la cappella di San Ludovico con affreschi trecenteschi. Un patrimonio di tutti di cui va garantita la fruibilità e che non può essere esposto al rischio di spostamenti, verso eventuali sedi ancora indeterminate.
In questi anni ne ho parlato con i direttori avvicendatisi alla guida dell’Archivio e con i vertici delle amministrazioni provinciale e comunale, per sensibilizzare sul problema e porre rimedio ad una scelta sbagliata anche concettualmente. La disponibilità a lavorare per una soluzione c’è.
La nostra proposta, resa pubblica nel marzo scorso proprio al termine di un incontro con il presidente Canfora in materia di beni culturali, è di rivedere il Piano delle alienazioni o, al più, di avviare una trattativa con il MiBACT per una cessione diretta, così da tutelare anche –in una certa misura– le esigenze di cassa della Provincia.
Anche in considerazione del fatto che il Ministero, pur tardivamente, aveva dimostrato un interesse in tal senso impugnando l’atto. Una proposta che, più recentemente, è stata mutuata dai 5 Stelle salernitani che dopo mesi di ipotesi bislacche e strumentalizzazioni inconcludenti hanno deciso di tornare coi piedi per terra, onorandoci di una tale considerazione.
Una modifica al piano delle alienazioni, invece, per quanto auspicabile, pare essere meno praticabile in tempi brevi per ragioni di bilancio. Da qui la riproposizione in consiglio.
Nel frattempo si continua a lavorare per una soluzione definitiva. Mi sento di condividere il recente appello a collaborare dell’associazione Memoria in Movimento, che pure segue genuinamente questa vicenda dagli inizi. Il confronto e l’aiuto di tutti non possono che essere utili.
Mi sembra opportuno ribadire anche, una volta di più, la necessità di avviare un dibattito ampio sulla condizione delle Province, tema di fondo che risalta da tutta questa vicenda, ridotte allo stremo dall’approssimativa e pasticciata riforma Delrio. La maturità di chi si impegna in politica con responsabilità e senso delle istituzioni, come dimostrato, sta anche nel saper riconoscere i limiti ed errori della propria parte e nel porvi rimedio.
Pierluigi Canoro
responsabile Cultura e Scuola della segreteria provinciale GD Salerno