Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, per il quale “il fatto che l’80% dei ginecologi si dichiari obiettore di coscienza, nei fatti, annulla il diritto ad abortire in condizioni di sicurezza e gratuitamente, spingendo le donne a soluzioni alternative e meno sicure”.
“A rendere il tutto ancor più intollerante, poi, c’è il fatto che ci sono diverse testimonianze di donne che non hanno potuto abortire in un ospedale pubblico perché il medico era obiettore, salvo poi dimenticare la sua scelta se la paziente si rivolgeva allo stesso medico in una clinica privata per non parlare degli aborti clandestini per i quali negli anni sono stati arrestati anche diversi medici che erano obiettori negli ospedali pubblici” ha aggiunto Borrelli sottolineando di aver proposto che “le Asl e gli ospedali campani valutino, nei limiti imposti dalla legge, la possibilità di prevedere, nei centri per l’interruzione volontaria di gravidanza, assunzioni di ginecologi vincolati all’obbligo di non dichiararsi poi obiettori di coscienza”.
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