In molti Paesi, vedi la, Germania la pratica virtuosa del riuso esiste da anni. I tedeschi mettono in tasca dagli 8 ai 25 centesimi restituendo bottiglie vuote di plastica.
Si producono meno rifiuti e in più si risparmia. Come facevamo negli anni 70 nelle latterie, col vuoto a rendere, che ora torna di nuovo, anche da noi.
Per il momento sarà in via sperimentale per un anno, così come stabilisce il regolamento del Ministero dell’Ambiente, da pochi giorni pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Dal 10 ottobre lattine e bottiglie di vetro o plastica, comprese tra i 200 ml un litro e mezzo, possano essere rese, ma non ovunque; solo negli esercizi, bar e ristoranti che abbiano scelto di aderire alla iniziativa e che saranno contrassegnati da un simbolo all’ingresso.
Al consumatore in cambio dell’imballaggio vuoto verrà restituito il valore e della cauzione, un importo che potrà variare tra i 3 e i 5 centesimi. Obiettivo della interessante iniziativa è quello di sensibilizzare sulla importanza del riciclo, ma anche diminuire effettivamente la produzione dei rifiuti. I contenitori vuoti più resistenti potranno essere riutilizzati 10 volte prima di diventare scarto.
Nel caso delle bottiglie di plastica, incentivarne la raccolta differenziata, potrebbe davvero fare la differenza, qui più che in altri Paesi dell’Unione Europea. A dimostrarlo sono i dati del 2011 sul consumo di acqua in bottiglia, secondo cui gli italiani si confermano al vertice della classifica con 196 litri per abitante (primi in Europa e terzi nel mondo) a fronte di circa 6 miliardi di contenitori utilizzati.
editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista
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