Dalle indagini è emerso che la banda aveva a disposizione mezzi e uomini con una elevata preparazione tecnica in grado di consentire la riproduzione di chiavi di complesse serrature. Per realizzarle veniva utilizzato un software che acquisiva i dati necessari per la duplicazione anche da una semplice fotografia. Questo consentiva di evitare che le serrature venissero scassinate.
Il bottino, perlopiù preziosi, veniva poi ‘piazzato’ vendendolo a gioiellerie compiacenti. La banda studiava accuratamente i propri obiettivi, con sopralluoghi e studiando orari e abitudini delle vittime. Il gruppo criminale faceva capo a Salvatore Imperiale, 47 anni: a riprodurre la chiavi, invece, era un esperto fabbro, Mario Tedeschi, 46 anni. Sua moglie, Loredana Brancaccio, faceva da ‘ufficiale di collegamento’ con gli altri componenti la banda e con il capo.
Al capobanda, e ad un altro componente il gruppo, Ciro Rubino, la Squadra Mobile ha sequestrato chiavi per aprire serrature blindate, una torcia, i telefoni cellulari in uso ad entrambi, uno smartphone contenente numerose foto di serrature e chiavi e alcuni video con le persone impegnate ad aprire portoni di ingresso di vari fabbricati, e le foto di chiavi blindate.
Dall’acquisizione di questo materiale, gli investigatori, sono poi risaliti alla banda che agiva in prevalenza nel quartiere Vomero-Arenella di Napoli. La Squadra Mobile ha sequestrato tutto il materiale che la banda utilizzava per i furti: il sistema di riproduzione, le chiavi, gli arnesi, i chiavini e i chiavistelli.
I destinatari delle misure cautelari, emesse dal gip di Napoli su richiesta della Procura sono: Salvatore Imperatore, Ciro Rubino Ciro, Mario Tedeschi, Renato Rusciano, Lucia Mattiello, Loredana Brancaccio, Fabio Storto e l’ucraino Sergio Kobzar.