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Cacciato di casa perchè omosessuale, il Giudice gli riconosce

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Un’importante ordinanza è stata emessa ieri mattina in favore di Francesco, uno dei due ragazzi del napoletano che qualche settimana fu cacciato di casa insieme al fidanzato perchè omosessuale, caso che ha colpito profondamente l’opinione pubblica, la stampa locale e nazionale arrivando nelle case degli italiani anche dopo le dichiarazioni di Malgioglio nella casa del Grande Fratello Vip.

L’avvocato Salvatore Simioli dello Sportello Legale di Arcigay Napoli si è infatti costituito come difensore del ragazzo nella causa di separazione giudiziale dei genitori innanzi al Tribunale di Napoli Nord. Il Giudice – la Dott.ssa Ferrara Valentina – ha prima di tutto ammesso la costituzione del figlio, divenuto maggiorenne, che ha chiesto la modifica dei provvedimento del Presidente del Tribunale in merito all’assegnazione della casa familiare  e degli assegni di mantenimento.

Francesco, infatti, appena divenuto maggiorenne è stato messo fuori la porta dalla madre nonostante il Tribunale avesse assegnato la casa alla madre quale affidataria dei figli. A portare a conoscenza del Giudice di questi fatti è stato lo stesso Sportello Legale di Arcigay Napoli.

Nell’ordinanza, in cui si assume come dato indiscusso che il figlio  “non convive con la madre per mancato consenso manifesto della stessa”, si legge anche che “il figlio Francesco, anche se maggiorenne non ha raggiunto l’indipendenza economica e pertanto risulta beneficiario della assegnazione della casa familiare in quanto e se convivente con la madre;  e che pertanto non risulta data piena esecuzione all’ordinanza presidenziale” che riconosceva il diritto anche  di Francesco di vivere nella casa familiare.

Pur acccogliendo parzialmente le sue richieste il Giudice ha stabilito che i genitori versino al ragazzo ogni mese un assegno di mantenimento. Lo stesso Giudice però non si è espresso sul garantire a Francesco un legame affettivo con la sorella più piccola: cosa che viene impedita dalla madre che ha riferito che non sarebbe educativo per la bambina “essendo Francesco apertamente omosessuale”).

“La solerzia con la quale ha agito il nostro Sportello Legale guidato dall’avvocato Simioli – dichiara Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli – e la solidarietà della nostra rete nazionale lgbt (che ha consentito di poter dare accoglienza ai due ragazzi, prima a Napoli e ora a Roma) e la vicinanza delle Istituzioni (a partire dal Sindaco di Casoria, Pasquale Fuccio) stanno restituendo lentamente dignità alle vite di due giovani ragazzi vittime di una storia triste e profondamente ingiusta.

Continueremo ad assistere a stare vicino ai due ragazzi, come ad ogni persona vittima di ingiustizia e discriminazioni, ma ci auguriamo che presto anche lo Stato, il Comune di Napoli, gli enti locali e la Regione Campania, facciano la loro parte, mantenendo le loro promesse perché possa nascere anche a Napoli una casa di accoglienza per persone lgbt vittime di discriminazione e odio”.

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