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Denise Pipitone: Procura riapre caso, si cerca Dna in impronte

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Le nuove tecniche di indagine di cui dispone il Ris di Messina potrebbero riaprire il caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa l’1 settembre 2004 a Mazara del Vallo, quando non aveva ancora 4 anni: li avrebbe compiuti il 26 ottobre. La Procura di Marsala ha disposto che tutte le impronte rilevate dagli investigatori in vari luoghi e su diverse auto siano sottoposte a un esame per la ricerca del Dna. I nuovi accertamenti, chiesti dall’avvocato di parte civile Giacomo Frazzitta e da Piera Maggio, madre di Denise, mirano ad accertare la possibile presenza della piccola in qualche luogo o su qualche auto dopo il sequestro.

Il legale e Piera Maggio avevano chiesto, già la scorsa primavera, accertamenti su alcune impronte, mentre la Procura ha esteso l’esame su tutte le impronte a suo tempo rilevate. Intanto, la madre di Denise, tra le tante segnalazioni che le sono giunte in questi anni, ha ricevuto la foto di una bimba che ha una forte rassomiglianza con Denise: “In quest’immagine – dice – potrebbe avere otto anni. Non m’illudo ma non perdo la speranza”.

Denise oggi avrebbe 17 anni. Il mistero sulla sua scomparsa rimane intatto dalle 12 di quell’1 settembre, quando della bambina che stava giovando sul marciapiede vicino alla sua abitazione, in via Domenico la Bruna, non si trovarono più tracce. L’unica imputata nel processo, che si è concluso in Cassazione lo scorso 19 aprile, era la sorellastra Jessica Pulizzi, nel 2004 minorenne. La suprema corte ha confermato l’assoluzione nei due gradi di giudizio, pronunciata dal tribunale di Marsala e dalla corte d’appello di Palermo. Un secondo imputato, il fidanzato di Jessica, l’italo-tunisino Gaspare Chaleb, era accusato di false dichiarazioni al pm, ma uscì presto dal processo per la prescrizione del reato.

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