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Salerno: la questione dimenticata di Piazza d’Armi a Torrione

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I cittadini di Torrione ritornano sul problema di Piazza d’Armi e sul muro che costeggia la caserma militare Angelucci. E’ incomprensibile come questa zona – si legge in una lettera inviata alla nostra redazione – è del tutto fuori da ogni progetto di riqualificazione cittadina (nonostante area demaniale).

La questione, inoltre, è esclusa anche da ogni dibattito mediatico. Tanti gli appelli fatti negli anni agli amministratori locali e caduti nel vuoto. Di seguito la lettera che un cittadino inviò all’attuale sindaco Napoli alla vigilia delle ultime elezioni.

Il nostro lettore ha realizzato il video che documenta la pericolosità del marciapiedi che costeggia il “muro della vergogna” di Piazza d’Armi, lato Via Posidonia. «E’ un muro molto  stretto e a ridosso della strada che consente a mala pena il passaggio dei pedoni che rischiano la “pelle” ogni giorno».

 

 

ECCO LA LETTERA INVIATA AL SINDACO NAPOLI PRIMA DELLE ELEZIONI

Preg.mo Sig. Sindaco, Vincenzo Napoli,

nel dichiararmi un Suo estimatore, desidero innanzitutto augurarLe una condivisa e convinta affermazione elettorale, utile a proseguire il cammino di crescita della nostra Salerno; colgo quindi  l’occasione della prossima tornata elettorale per indicarLe,  a mio parere,  un argomento da condividere e da fare proprio in occasione dell’ imminente lancio del  Suo programma sindacale.

Tale richiesta, invero,  sta a cuore sia al sottoscritto che a tanti salernitani del mio quartiere.

In particolare, mi riferisco alla zona orientale della nostra Città – a mio avviso, poco attenzionata dalle precedenti Amministrazioni  –  in particolare il quartiere che insiste intorno alla c.d. “Piazza d’Armi”,  alludo alla Caserma Angelucci,  ormai circondata da numerosi edifici che si estendono tra Torrione e Pastena, residenze sviluppatasi nel tempo intorno ad un’ area e un sito militare divenuto ora a dir poco anacronistico oltretutto, la stessa crescita dell’area urbana,  ha  prodotto un “vuoto” che ha separato il resto della città dal quartiere stesso.

La suddetta area é costituita da “capannoni/locali” del tutto privi di  destinazione strategica, dequalificati dalle forze armate stesse da “uffici” per la selezione di reclute ad archivio; una caserma recintata da un muro di cinta fatiscente e pericoloso che condiziona anche il passaggio pedonale su Via Posidonia, dove il marciapiede diventa tanto ridotto da indurre i passanti a camminare, pericolosamente, sul ciglio della strada.

Per l’”abbandono” in cui versa l’area e l’indifferenza degli amministratori, mi sono spinto a definire provocatoriamente, questa zona della città le “chiancarelle della zona orientale”, area che  a mio parere va  congiunta necessariamente a tutto il tessuto urbano così come è stato fatto con la demolizione del ponte ferroviario a Torrione e con la delocalizzazione del cementificio.

A tal proposito ricordo che già il Sindaco Giordano aveva garantito  al rione un impegno decisivo anche  nei confronti dell’Autorità Militari, per la trasformazione e il cambio di destinazione urbana dell’area, così come il Sindaco De Luca  le cui promesse, nostro malgrado, sono rimaste attualmente  tali .

Pertanto, auspico finalmente che questa vasta area possa rientrare al più presto nel “patrimonio” della città e dei cittadini stessi, dando seguito anche a progetti di “Project Financing” – come era stato già previsto qualche tempo fa: edifici, servizi e area attrezzata a verde pubblico – in un ottica di sviluppo strategico e di coinvolgimento tangibile di tutta la zona orientale nelle iniziative previste e ormai affermatesi nel centro città.

Tuttavia, nell’immediato però si potrebbe già “spingere” per l’eliminazione del fatiscente, inadeguato (proferirei: brutto) muro perimetrale, da sostituire con una decorosa cancellata che andrebbe, anche per motivi di sicurezza, arretrata di almeno tre metri dall’attuale marciapiede in modo da restituire “più respiro” all’area.

Sicuro che Lei farà propria questa mia sollecitazione, a mio parere utile a costituire uno dei pilastri programmatici caratterizzanti il Suo futuro Sindacato, La ringrazio fin d’ora per l’attenzione riservatami e, frattanto, Le auguro cordiali e sinceri saluti.

M.F.

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